Il noto Infettivologo Matteo Bassetti, direttore di Clinica delle Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova viene a Torino presso il teatro San Giuseppe per partecipare al convegno “Bugie vs verità” e presenta l'ultimo suo libro dal titolo “Pinocchi in camice”, sottotitolo: “Sulla Salute non si scherza”.
Una signora sulla settantina, verso la fine dell’incontro, si alza dal pubblico e chiede se si tratta di un’autobiografia. E' solo l’inizio: si alzano altre persone, tutte più o meno dalla mezza età in su, e pongono altre domande, non esattamente quelle che il famoso medico probabilmente si aspettava e certamente provocatorie.
La riunione a quel punto viene sciolta e l’imperturbabile Bassetti, dalla sua pagina Facebook, risponde con la consueta empatia: “Davvero un bel dibattito su scienza, verità e bugie a Torino. L’atteggiamento del solito gruppetto di miei accaniti sostenitori/detrattori che mi segue ovunque e che ringrazio per l’impegno e la dedizione (meno per la maleducazione) ha sottolineato l’importanza che l’informazione in materia sanitaria debba essere mediata e che non debba esistere una par condicio per cui tutti possono dire tutto”.
La notizia è circolata poco sui circuiti mainstream, molto di più sul passaparola social. Fa eccezione Rai News-TGR Piemonte che, nella versione online, pubblica un articolo dal titolo “Furia novax contro Bassetti contestato e costretto a interrompere un convegno”. Recita l’articolo: “Una ventina di persone ha iniziato ad inveire e attaccare verbalmente i conferenzieri riuscendo a interrompere l’evento. Stesse modalità di un tempo quelle del popolo dei novax che hanno voluto silenziare le voci di due medici in prima linea durante lungo periodo pandemico”.
Ora, che un'autorevole testata scada a un lessico da bar sport parlando ancora di “novax” dopo tutte le nefandezze (e le sofferenze) via, via emerse su quel periodo (e siamo in fiduciosa attesa di cos’altro emergerà dalla apposita commissione parlamentare d’inchiesta) fa francamente cascare le braccia: i contribuenti che pagano i giornalisti Rai meriterebbero, mi permetto, qualcosa di più articolato che definire come “novax” persone che oltretutto in gran parte invece lo sono, come se esistesse una categoria umana di pensiero e di opinione che si possa definire con un tratto sanitario. Ma davvero a distanza di anni tocca ancora sentire espressioni improprie e prive di senso, oltre che, nella stragrande maggioranza dei casi, inesatte?
Che poi con il termine “novax” cosa e chi si vuole indicare? Quelli che erano perplessi sui droni che inseguivano il runner solitario sulla spiaggia (con relativo sguardo affranto della nota conduttrice televisiva che seguiva in diretta la perigliosa operazione) ? Quelli che erano circospetti sui banchi a rotelle pensando che fossero una c. (omissis fantozziano) pazzesca? Quelli rimasti attoniti di fronte alle parole dell'allora Presidente del Consiglio che diceva se non ti vaccini muori e fai morire? Quelli offesi da chi li voleva chiusi in casa come sorci? Capiamoci: tutti questi cittadini sarebbero liquidabili come “novax”? Un po' di serietà, suvvia.
P.s.: raccontando l'accaduto ho fatto riferimento all'età dei “contestatori”, come si diceva, da “una certa” in su, giovani non pervenuti. E questo è un altro punto interessante, e inquietante, su cui meditare ma lo faremo in una prossima puntata