Le nascite stanno a zero e i governi rispondono a colpi di incentivi economici (in Italia comunque scarsini). In realtà nessuno indaga i veri motivi di questo fenomeno.
In primis ci sono il benessere e l'istruzione, che portano ad una maggiore consapevolezza e programmazione della vita. Si pensi ad esempio, che nella Cina della grande crescita, quando solo pochi anni fa, il Governo ha permesso nuovamente ai cinesi di fare più di un figlio a coppia, nelle aree più sviluppate non c'é stata alcuna variazione demografica, e questo malgrado le prospettive future siano, almeno in apparenza, migliori per i nascituri rispetto ai genitori. Si tratta di un fatto assai significativo perché dimostra che l'assenza di natalità italiana non dipende (o dipende solo in minima parte) dalla crisi economica e dalla mancanza di prospettive future.
Il vero problema é la distruzione del concetto stesso di famiglia adottato su larga scala in Europa, secondo una pseudoideologia progressista di derivazione comunista che perfino gli stessi storici paesi comunisti hanno ormai superato da tempo.
La famiglia, un tempo cellula fondamentale ed indissolubile della società, era un punto di riferimento inattaccabile per tutti i propri componenti, perché proprio come una cellula organica, poteva vivere autonomamente sostenendosi al suo interno senza dipendere da altri, ma facendo sistema con altri creava benessere e ricchezza collettiva.
Ora la famiglia non c'é più, o se c'é é un soggetto assai più instabile e indefinibile. I matrimoni, così come le unioni stabili, sono in forte calo e la loro durata é imprevedibile. Fare figli in queste condizioni é oggettivamente difficile se non eroico. Un eventuale divorzio con prole riduce i coniugi (i padri sopratutto) in condizioni di povertà e i figli ne subiscono tutti i contraccolpi psicologici.
Ad aggravare questa già pesante situazione c'é l'atteggiamento delle imprese che da sempre assumono le donne solo a condizione che si impegnino a non fare figli, anche se poi Confindustria, con notevole paraculismo, si lamenta che col calo demografico si é obbligati a importare forza lavoro.
Non ultima c'é l'emancipazione femminile (sacrosanta), che ha distaccato sempre più le donne dalla loro vocazione (e ruolo) di madri, annichilendo il naturale desiderio di maternità.
In uno scenario simile, la crisi economica in atto e l'assenza di prospettive future non incidono affatto. La gente si é ormai adattata a vivere il presente, del futuro non se ne preoccupa più e i figli sono quel futuro giudicato un peso non necessario. In questa situazione gli incentivi non servono, é un problema di organizzazione sociale e lo si vede benissimo in Ungheria dove malgrado un'economia in crescita e contributi statali che possono arrivare fino a 100.000 euro, la natalità non é poi cresciuta di molto.
La crescita demografica é in calo in tutto il mondo e vista la sovrapopolazione mondiale é certamente un dato positivo, ma un conto é limitare le nascite perché siamo in troppi (lo hanno fatto solo i cinesi, salvo poi fare marcia indietro quando hanno capito che i numeri contano), un altro é creare un modello sociale che consideri i figli come un fardello inutile. Questa é l'ideologia devastante che si é impadronita delle società occidentali e che porterà inevitabilmente all'estinzione dei popoli nel nome del poltically correct progressista.
Pare quasi sarcastico che la stessa intellighentia sinistra che ha portato l'occidente a non curarsi del futuro della propria specie, ora inneschi una battaglia ecologista per salvare il pianeta da dare ai "Nostri figli": quali figli?
No, non servono incentivi, il vero problema é che ci é stata tolta la capacità di sognare, ci hanno ridotti a una massa di automi che vive la quotidianità senza pensare al domani, o pensandoci in modo strumentale con il pensiero degli altri.
Altro che far figli, a breve si comincerà a parlare di fine vita programmato a 70 anni e allora la lobotomizzazione dell'umanità sarà completata.