lineaitaliapiemonte.it | 09 maggio 2025, 15:35

Spaccio in Barriera, nuove norme per espropriare covi dei pusher e trasformarli in case popolari

«Lo spaccio di droga è così radicato a Barriera perché proliferano le speculazioni immobiliari di chi lucra riempiendo intere palazzine di spacciatori e delinquenti» spiega l'assessore regionale alla Casa e alle Politiche sociali Maurizio Marrone.

Spaccio in Barriera, nuove norme per espropriare covi dei pusher e trasformarli in case popolari

TORINO - Un nuovo articolo inserito nella Legge regionale sulla Casa permetterà di espropriare i covi del degrado e renderli case popolari.

«Lo spaccio di droga e la violenza sono così radicati a Barriera o Aurora rispetto ad altre periferie torinesi perché proprio in quei quartieri proliferano le speculazioni immobiliari dei ras delle soffitte che lucrano riempiendo intere palazzine di spacciatori e delinquenti» spiega l'assessore regionale alla Casa e alle Politiche sociali Maurizio Marrone.

«Dopo aver impresso un giro di vite negli sgomberi delle occupazioni abusive nelle palazzine ATC, per riqualificare una volta per tutte le nostre strade ripulendole dalle gang abbiamo trovato la soluzione legislativa giusta per chiudere i covi dei pusher, strapparli dagli artigli dei ras delle soffitte e trasformarli in case popolari destinate alle famiglie bisognose».

Nel dettaglio, l’emendamento presentato in giunta prevede che «ii fini del contrasto all'emergenza abitativa e della riqualificazione del territorio, la Regione può disporre,  nel rispetto della Costituzione, della legge regionale 17 marzo 2023, n. 4, e dei principi contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n.  327, l'esproprio per pubblica utilità dei beni immobili locati ad uso abitativo in stato di conservazione scadente, certificato dal Comune ai sensi dell'art. 8 comma 1 lett. d) della presente legge, conferendone la proprietà all'Agenzia territoriale per la casa competente per territorio nel patrimonio disponibile per edilizia residenziale pubblica». 

Alla giunta spetterà individuare i criteri di determinazione della procedura di esproprio con provvedimento attuativo.

Per definire la situazione di degrado degli alloggi sarà quindi utilizzata la modalità già utilizzata dal Comune per certificare situazioni critiche. A titolo di esempio, “unità immobiliare che non dispone di impianto elettrico o di impianto idrico con acqua corrente nella cucina e nei servizi o che non dispone di servizi igienici privati o che dispone di servizi igienici comuni a più unità immobiliari”. O “immobili in cui risultano in scadenti condizioni almeno quattro dei seguenti elementi, dei quali tre devono essere propri dell'unità immobiliare.