lineaitaliapiemonte.it | 05 gennaio 2024, 16:21

Giachino: “Torino e in particolare il sindacato scopre solo ora che non aver difeso l’industria è stato un grave errore, a quindici anni dalla mia denuncia”

Il responsabile trasporti di FdI, Bartolomeo Giachino, per anni voce che ha gridato nel deserto contro la desertificazione industriale del territorio torinese, commenta i dati forniti dall'economista Mauro Zangola che mostrano i risultati delle scelte fatte dalle amministrazioni torinesi negli ultimi trent'anni: “Il sociologo Manghi dice che “bisogna rispettare la vocazione manifatturiera e che Torino non può essere Città di camerieri”. Peccato dirlo solo oggi. La segretaria della Cgil si lamenta che Torino non sta ricostruendo un tessuto industriale . Cosa aspettano? Mi chiedo perché il sindacato non lo abbia capito prima”

Giachino: “Torino e in particolare il sindacato scopre solo ora che non aver difeso l’industria è stato un grave errore, a quindici anni dalla mia denuncia”

Ci volevano i dati di un bravo economista come Mauro Zangola  forniti in esclusiva a La Stampa per far finalmente emergere  che le scelte degli ultimi trent’anni hanno reso Torino e il Piemonte più precari grazie al calo della industria e alla crescita del turismo che, soprattutto quello legato ai grandi eventi, genera molto lavoro a tempo parziale . 

Il fenomeno interessa prevalentemente Torino la cui economia vale oltre il 52% della economia piemontese .

Capire questi dati così tardi però non è indifferente perché vuol dire che da tanti anni tanti posti di lavoro sono meno pagati, perché aver perso tanta industria e’ la causa della bassa crescita economica di Torino, che come dico e ripeto dal 2008, da oltre vent’anni cresce meno della media nazionale.  L’ho detto così tante volte che un ottimo giornalista come Bruno Babando mi definì un disco rotto perché lo ripetevo in ogni intervento. Chi non mi ha ascoltato non ha fatto però un gran servizio alla economia torinese. Tanti posti di lavoro a tempo parziale, tanti disoccupati dell’industria e i cassa integrati hanno fatto sì che almeno metà della Città sta male. Oggi si certifica come fosse vera la frase dell’Arcivescovo Nosiglia: “A Torino la metà della Città che sta bene non si accorge della metà della Città che sta male”. Quando Nosiglia la pronunciò, agosto 2012, venne accolto con sarcasmo da alcuni esponenti di alto livello del PD torinese, un partito la cui sensibilità sociale e’ venuta meno privilegiando i quartieri bene del centro e della collina. Se giornali e analisti politici avessero cercato di capire perché avevo avuto il coraggio di organizzare la prima manifestazione in piazza dei SITAV avrebbero capito che io i dati forniti ieri da Zangola li conoscevo già e li avevo presentati a Castellani in un convegno organizzato da Fabbrica Valsalice alcuni anni fa. Niente. Ancora una settimana fa l’ex Sindaco Castellani, cui si deve la scelta  di puntare tutto sul turismo, sulla cultura e sul loisir, raccontava nella paginata offertagli da La Stampa che quando lui arrivò a Palazzo Civico c’era ancora il mito della Città Fabbrica. Il mio amico Piero Fassino chiudeva il suo mandato dicendo che la trasformazione di Torino da One Company town era felicemente riuscito. 

Che il processo di trasformazione fosse riuscito era vero. Felicemente no perché il prezzo pagato dalla metà della Città che sta bene era ed è elevato. Ma i Sindaci PD non hanno mai pensato di esaminare i dati annuali dell’ ISTAT.

Leggo con piacere  che Manghi, un importante sociologo che ha guidato per anni la Cisl torinese, grande consigliere di Chiamparino , oggi dice che “ bisogna rispettare la vocazione manifatturiera e che Torino non può essere Città di camerieri”. Peccato dirlo solo oggi . Leggo che la segretaria della Cgil si lamenta che Torino non sta ricostruendo un tessuto industriale . Cosa aspettano?

Mi chiedo perché il sindacato non lo abbia capito prima   . Certo se ai convegni sindacali gli invitati a parlare sono solo i rappresentanti delle Istituzioni è’ difficile avere dati che non siano positivi. Dirlo oggi dopo tanti posti di lavoro persi, dopo che la Fiat è stata venduta a Peugeot e dopo tanti accordi che hanno gestito la fase della diminuzione di personale a Mirafiori rischia di essere tardi.

 L’assessore Pentenero vede luci e ombre e pensa che per avere nuova occupazione occorra fare arrivare nuove aziende. Io invece credo che se si vuole difendere il lavoro si debba prima di tutto difendere a tutti i costi il settore automotive come sta cercando di fare il Ministro Urso avendo a disposizione oltre 6 miliardi del fondo Giorgetti per l’auto che non a caso non è nato dalla amministrazione di Torino, né dalla sinistra ma da una mia iniziativa fatta propria dall’on. Molinari e da Giorgetti stesso. 

Dico alla signora Pentenero che per attrarre aziende dall’estero occorre avere infrastrutture migliori di quelle che ha oggi il Piemonte, a partire dalla tangenziale, che bisogna avere un aeroporto collegato con Città forti economicamente  non con Citta’ mete turistiche e che bisognava accelerare la TAV, non tenerla ferma come fecero i due governi giallo verde e giallorosso. L’augurio è che da oggi si volti pagina nelle analisi su Torino e sulla sua situazione economica e sociale. Lo dobbiamo a quelli che non ce la fanno ma lo dobbiamo anche a quei ragazzi si stanno per laureare. Abbiamo bisogno che si fermino qui a ringiovanire e a rafforzare le nostre aziende ai vari livelli. Per prima cosa dobbiamo aiutare le aziende che oggi vanno meglio e che sono leader di settore a livello internazionale a crescere di più . Il video degli ingegneri neoassunti dalla Spea una bellissima azienda di Volpiano fa bene al cuore di chi vuole il rilancio di Torino e del Piemonte.

Spiace che stamane nessuno altro giornale abbia ripreso i dati sulla precarietà del lavoro a Torino. I giornali invece dovrebbero inchiodare la classe politica e imprenditoriale  di maggioranza e opposizione a rispondere degli errori strategici degli ultimi trent’anni .

Se non lo capiscono i giornali e chi ci amministra l’unica possibilità vera sta nelle elezioni del 9 giugno prossimo, nelle quali  i torinesi potranno  migliorare Piemonte e Europa scegliendo uomini esperti e competenti che abbiano capito il declino di Torino e l’impoverimento del lavoro e che abbiano già fatto qualcosa di concreto per Torino.

Mino Giachino, responsabile trasporti e logistica FDI Piemonte