Quello che è accaduto al Direttore Paolo Corsini è indicativo di un Paese che va risanato dalle radici.
Sì perché è veramente paradossale ciò a cui si assiste sempre in questo Paese quando si dichiara apertamente una appartenenza politica. Ovviamente, il trattamento è riservato esclusivamente a chi si dichiara di destra.
E lo dice una persona che non ha mai preso la tessera di alcun partito, e che quindi può serenamente dichiarare ciò che pensa senza dover render conto nessuno ed in modo totalmente super partes.
La forse un po’ ingenua -se proprio si vuol trovare da dire qualcosa- dichiarazione del Direttore, è indicativa di una persona trasparente e per bene, modello di certo ben lontano a molti suoi predecessori. Quelli che alle riunioni di partito ci andavano eccome, ma che avevano poi l’ipocrisia di fingere di non avere appartenenze. Ma si sa molto bene che certi ruoli in rai sono sempre stato puro appannaggio della politica, e Corsini ha semplicemente ribadito la propria benché già nota appartenenza all’interno di un contesto che ovviamente è stato travisato.
E allora perché tutta questa bagarre? Perché Paolo Corsini è uomo di destra e non di sinistra. Tutto qui. Perché se la stessa dichiarazione fosse stata fatta dall’altra parte, anziché gli strali si sarebbero sentite le difese da parte di tutti i compagni che avrebbero certamente tirato in ballo la Costituzione e che oggi invece chiedono le dimissioni di Corsini.
Ma si sa che quando non si hanno argomenti ogni scusa è buona per attaccare gli altri, chiedere abiure antifasciste e chissà che altro, altra prerogativa della gauche caviar.
Comunque, vi avviso: al prossimo Direttore di sinistra, andrò io a chiedere personalmente che per arrivare a ricoprire quel ruolo non abbia mangiato bambini. Non si sa mai.