lineaitaliapiemonte.it | 05 dicembre 2023, 11:10

Investimenti, retrospettiva 2023 e prospettiva 2024. Con bitcoin superstar

La consueta panoramica su quanto accaduto agli investimenti nell’anno che sta finendo e sulle prospettive del prossimo a cura del prof. Paolo Turati, direttore del Laboratorio Finanza Decentrata presso la SAA School of Management dell'Università di Torino. L'analisi riguarda il mercato dei bond, l'azionario, l'immobiliare, i beni artistici e da collezione

Investimenti, retrospettiva 2023 e prospettiva 2024. Con bitcoin superstar

Mentre lungo tutto il 2023 molti “benpensanti” hanno sciupato tempo e opportunità lambiccandosi sulla crisi della Finanza distribuita (come meglio, oggigiorno, definibile quella già nota come decentralizzata) della seconda metà del 2021 e del 2022, taluni demonizzandola più che altro perché non l’hanno mai neppure compresa, una delle più grandi occasioni di investimento della Storia è passata sotto il naso dei gestori di patrimoni senza essere stata minimamente comprese le potenzialità delle Blockchain dalla maggior parte di essi, con Bitcoin( di gran lunga la miglior forma di investimento del 2023) salito, a tutto il 1 Dicembre 2023, del 120% ( e lo stesso si può dire per le altre principali Divise digitali come Ether) e con i primari titoli azionari quotati ad esso legato, come Coinbase( sul Nasdaq) capaci di performare anche del 500%. I motivi sono stati essenzialmente due: la dimostrazione di solidità delle principali stablecoins, come Tether, nel tenere durante il “crypto winter” la parità con la valuta fiat collegata reggendo richieste di concambio financo di decine di miliardi di Dollari e la richiesta( e la presumibile approvazione a breve) da parte di colossi del risparmio gestito come BlackRock, Fidelity e Ark di emettere e quotare ufficialmente( e, ovviamente, distribuire e far distribuire da terzi al retail) ETF sul prezzo spot di Bitcoin, cosa che, stante a quanto osservano importanti analisti, potrebbe portare da sola nel medio periodo ad un’implementazione della capitalizzazione di Bitcoin di 300 miliardi di Dollari in più. Non sappiamo se nel 2024 il prezzo di Bitcoin( a 40 mila Dollari circa ad inizio Dicembre 2023) toccherà e supererà il record di 69 mila Dollari del Novembre 2021, non di meno qualche indizio c’è. Giudizio: BUY

Dopo questo doveroso preambolo, eccoci alla consueta panoramica che da oltre trent’anni rilasciamo, come sempre senza alcun fine di sollecitazione e confidando risulti utile (fortunatamente la quasi totalità delle volte abbiamo elaborato “visions” che si sono poi rivelate corrette) ai lettori, su quanto accaduto agli investimenti nell’anno che sta finendo e sulle prospettive del prossimo.

Mercato dei bonds

Dopo il disastro totale del 2022 e pur permanendo profondissime le ferite con perdite in conto capitale “multi double digit” nei portafogli obbligazionari gestiti, il 2023 ha proposto qualche segno di stabilizzazione. Soffermandoci all’Europa, il Citicroup global bonds index a 7-10 anni segna nel 2023 un rendimento annuo realizzato di circa un punto e mezzo, che diventano quasi 3 nell’indice J.P. Morgan Emu 10 plus. La speranza che l’alta inflazione, innescata dall’incremento dei prezzi delle materie prime causato da fenomeni geopolitici come quello ucraino-russo ma in realtà determinata dalla politica monetaria decennale dissennata dei tassi zero( per salvare talune banche sistemiche che invero non avrebbero meritato tale supporto) da parte degli Istituti centrali, si riduca consentendo di riposizionare i tassi d’interesse a livelli meno elevati( ma certo neppur lontanamente vicini a quelli innaturalmente bassi di due anni fa) lascia immaginare un 2024 “non disprezzabile” per questo comparto, in specie per Titoli di Stato e Buoni postali. Giudizio: HOLD-BUY

Azioni

L’indice MSCI World, che segnala al 1 Dicembre 2023 un incremento del 16%, parrebbe raffigurare un andamento piuttosto soddisfacente per l’anno agli sgoccioli, mentre invero tale crescita delle quotazioni di quelli che, come le azioni, sono( a differenza dei bonds) beni reali va semplicemente a coprire la perdita del potere d’acquisto determinata dall’alta inflazione degli ultimi 18 mesi. Ci sono stati alcuni comparti particolarmente favoriti, come quelli che hanno potuto godere di extraprofitti( dal rialzo dei tassi d’interesse così come in passato era accaduto per le multiutility con l’incremento dei prezzi dell’energia) “una tantum” quali le banche( cosa che ha permesso di irrobustire non poco i bilanci aziendali) non di meno la situazione dell’Economia globale, con la Cina in una situazione di non poco affanno anche a causa della crisi immobiliare interna( Evergrande et similia), suggerisce una “ordinaria cautela”( come in tutte le attività di rischio), pur in presenza di politiche di pay out di dividendi sempre più “larghe” a soddisfazione degli azionisti( ma che tendono a sottocapitalizzare le imprese). Giudizio: HOLD-SELECTIVE BUY.

Immobili

Il Mercato immobiliare pare giunto al punto di svolta del ritracciamento al ribasso. Al di là delle bolle immobiliari esplose in Paesi primari come Cina e Germania, la fine del combinato-disposto di anni di tassi “quasi zero” sui mutui immobiliari, corroborato, specie in Italia, da provvedimenti, peraltro farneticanti e peggio che inutili i quali hanno fomentato ancor più l’esplosione del fenomeno inflattivo, di sostegno al Settore come il Superbonus 110%, che ha ulteriormente arricchito rivalutandone il patrimonio immobiliare il 2% della popolazione abbiente proprietaria di ( anche più) immobili a scapito della collettività, sta determinando un fine ciclo dopo anni particolarmente esuberanti. I volumi sono già scesi in modo cospicuo e i prezzi stanno cominciando a seguire il calo, secondo un classico angolo di ritracciamento nel grafico esagonale poliennale in cui si sviluppa normalmente il fenomeno economico immobiliare. Al momento paiono scongiurate ulteriori imposizioni fiscali ( specie successorie e catastali) che, peraltro, vedranno probabilmente vita nei prossimi anni, non di meno, stante la dinamica di lungo periodo sopra accennata, il giudizio sul Settore immobiliare è HOLD-SELL.

Beni artistici e da collezione

Il Mercato globale dell’Arte ha subito nel 2023 un calo cospicuo di almeno un paio di decina di punti percentuali sia nei volumi che nei prezzi medi. La carenza di importanti Collezioni uniproprietarie da immettere in asta, come quella di Paul Allen da quasi due miliardi di Dollari dello scorso anno, unita all’eccesso di finanziarizzazione delle principali Sessioni d’asta internazionali, dominate fino a pochi mesi fa dalle assicurazioni sul prezzo minimo offerte( a pagamento) da terze parti garanti per oltre metà/ due terzi dei lotti e oggi in netta contrazione, fanno presagire poco di buono per un Mercato che ha raggiunto, specie per i top lots, prezzi probabilmente non sostenibili nel lungo periodo( nonostante si tratti di beni reali e, quindi, teoricamente, ancorché parzialmente, “protettivi” rispetto all’Inflazione) anche a causa della riduzione negli ultimi tempi, in termini reali, di “circolante” finanziario, in svariate aree geo-politico-finanziarie, utilizzabile per questo tipo di investimento. Lo stesso vale per il Mercato degli orologi (notoriamente unici beni non-targati restati per i “pagamenti informali” e, per questo, molto richiesti fino a non molto tempo fa ma oggi in netta contrazione di domanda) mentre paiono più resilienti gli ambiti del Design d’arredo( quello delle rarities quali borsette e sneackers appare invece molto meno dinamico che in passato), dei gioielli( ma solo di altissima gamma), delle tavole originali e dai comics in specie della Golden Age e delle automobili da collezione, ormai capaci, queste ultime, di “fatturare” annualmente una circa non lontana da quella del Mercato globale dell’Arte. Giudizio: SELL.

Materie prime

Come sempre ci asteniamo dal giudizio, essendo il prezzo di queste spesso dominato da fenomenologie geo-politiche non prevedibili.

Paolo Turati, docente Economia degli Investimenti