Messaggi in bottiglia | 01 luglio 2022, 09:07

Jus culturae e superiorità morale della sinistra. Di Marco Corrini*

Lo jus culturae, nuovo cavallo di battaglia della sinistra dopo la bocciatura dello Jus Soli, come il precedente tende ad allentare le regole per la concessione della cittadinanza agli stranieri. E se si discute su tale misura la sinistra, dall'alto della sua superiorità morale, “non capisce”

Jus culturae e superiorità morale della sinistra. Di Marco Corrini*

Oggi un amico giornalista, ha pubblicato un post dai seguenti contenuti:

"Non capisco come la destra possa opporsi alla concessione della cittadinanza italiana allo straniero che abbia completato un percorso di studi in Italia raggiungendo la piena integrazione culturale".

É il famoso Jus Culturae, nuovo cavallo di battaglia della sinistra dopo la bocciatura dello Jus Soli, e come il precedente tende ad allentare, se non annullare, le regole per la concessione della cittadinanza agli stranieri tutti, sopratutto gli irregolari e i clandestini, serbatoio formidabile di voti potenziali.

Non é però su questo che mi voglio soffermare, bensì sulla forma del post del giornalista, e su quel "Non capisco" iniziale che trasmette tutta la famosa superiorità morale e culturale (presunta) sulla quale la sinistra ha costruito tutto il suo successo, anche a fronte della miriade di nefandezze che hanno combinato, e combinano tuttora, i suoi governi.

Ecco, questo modo di trasmettere superiorità morale ed intellettuale, ha pagato tantissimo perché affascina talmente, che ad un post improbabile come quello dell'amico giornalista, sono stati tantissimi i like di personaggi dichiaratamente di destra.

Questa superiorità morale é continuamente negata dai fatti, ma incredibilmente, ogni volta che viene riproposta ha la medesima autorevolezza ed efficacia, facendo scordare alla platea tutto ciò ch, fino ad ora, l'ha clamorosamente sconfessata (Bibbiano, Palamara, e molto altro).

Non sono solito dare etichette, e non so dire se il giornalista sia politicamente orientato, quello che però risulta evidente é l'orientamento politico del suo post con tanto di preambolo comunicativo tipico di una strategia sinistra ormai in atto da anni, e che pone lo scrivente, sullo scranno della verità, a compatire tutti "gli incivili" e poveri di intelletto che hanno l'ardire di non pensarla come lui.

Nel merito, va detto che al mondo non mi risulta esserci un solo paese che applica lo Jus Culturae in modo indiscriminato, come lo si vorrebbe (lo vorrebbe la sinistra) fare in Italia.

Negli altri paesi infatti, non basta un normale percorso scolastico per acquisire integrazione, e sopratutto per avere diritto alla cittadinanza, ma occorre anche che la presenza dell'immigrato sul territorio sia REGOLARE, e con regolare, si escludono (salvo casi particolari) le regolarizzazioni derivanti da sanatorie varie, che nessun altro paese al mondo adotta (la sanatoria é un fenomeno tipicamente italiano).

Oltre alla regolarità poi, serve una condotta irreprensibile per un certo numero di anni.

Insomma, da nessuna parte del mondo il solo percorso scolastico legittima il diritto alla cittadinanza. La ragione é evidente: ci sono fondati pericoli di sostenibilità e di destabilizzazione.

Certo, potremmo essere noi i primi ed unici a farlo, d'altra parte siamo famosi nel mondo per avere i cittadini più manipolabili, quindi ci sta tutto, anche questo.

Detto ciò, personalmente non sono insensibile alla materia, anzi, sono perfino favorevole alla concessione della cittadinanza automatica a tutti i figli degli immigrati REGOLARI nati sul suolo italiano (esclusi quelli in sanatoria, da valutare comunque caso per caso perché anche ci possono essere casi meritevoli), e questa si sarebbe una misura di civiltà.

*Marco Corrini, scrittore, analista di marketing