lineaitaliapiemonte.it | 07 maggio 2022, 13:09

Roberto Repole prende possesso dell’Arcidiocesi di Torino: “A noi cristiani spetta essere sentinelle attente”

L’ordinazione, in questo pomeriggio di sabato 7 maggio, sul sagrato della cattedrale di San Giovanni Battista. Ad anticiparla un breve benvenuto del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a nome di tutte le autorità civili della Città. A seguire, domenica 8, l’ingresso ufficiale nella diocesi di Susa, nella Cattedrale di San Giusto. Il motto che campeggia sullo stemma del nuovo Arcivescovo di Torino, tratto dalla lettera di Paolo ai Galati: “Cristo ha dato se stesso per me”

Roberto Repole prende possesso dell’Arcidiocesi di Torino: “A noi cristiani spetta essere sentinelle attente”

Fiducia, gratitudine, ma anche la volontà di raccogliere le mille sfide poste da una città complessa come Torino. Questi i sentimenti e i propositi che animano Mons. Roberto Repole, oggi nuovo Arcivescovo di Torino e Susa. Successore, a soli 55 anni, rispettivamente di Mons. Cesare Nosiglia e di Mons. Alfonso Badini Confalonieri, entrambi ritaratisi per raggiunti limiti di età, è Vescovo “venuto da vicino”: il primo nativo di Torino sin dalla nomina di Agostino Richelmy nel 1897.

L’ordinazione, in questo pomeriggio di sabato 7 maggio, sul sagrato della Cattedrale di San Giovanni Battista. Ad anticiparla un breve benvenuto del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, a nome di tutte le autorità civili della Città. A seguire, domenica 8, l’ingresso ufficiale nella diocesi di Susa, nella Cattedrale di San Giusto.

Il Vescovo che vuole parlare a tutti

Chiamato a guidare quella comunità che sino a ieri serviva come professore alla facoltà teologica, prete a San Lorenzo e a Druento e assistente in associazioni laicali, Repole è profondo conoscitore del territorio, della città e delle campagne. “Intendo operare da cristiano in una società secolarizzata – queste le intenzioni di Mons. Repole nel giorno di debutto del suo ministero – E proprio perché la Chiesa è relazione, io voglio confrontarmi con tutti senza la paura di perdere la mia identità e anzi cercando di infondere e far crescere i valori della croce nelle famiglie di fedeli della nostra e di altre confessioni e in tutta la città. Credo nel Cristo Risorto e un Cristo risorto è vivo, come la sua Chiesa. A noi cristiani spetta essere sentinelle attente, pronte a cogliere tutti i segnali di gloria del Signore”.

Recuperare un senso alla vita

Nato e cresciuto in questa Chiesa torinese, Mons. Repole è ben conscio dei problemi della città e del Piemonte. “Torino ha dovuto reinventarsi, da città industriale a città a vocazione mista, ma con grandi competenze scientifiche. Il passaggio non è stato indolore. Ha bruciato posti di lavoro. Ha portato povertà materiale e anche spirituale. E’ su questi problemi che dobbiamo incidere come Chiesa, nella pastorale quotidiana e in collaborazione con tutte le parrocchie”. Un programma che intende fare leva sulle energie esistenti e che mira a precisarsi via via nel confronto. “Ci troviamo di fronte a situazioni complesse, che non ammettono semplificazioni. Dobbiamo accompagnare le comunità e soprattutto i giovani, così segnati dalla pandemia e ora dalla guerra, a dare un senso alla propria vita”.

La cerimonia di ordinazione

La celebrazione eucaristica dell’ordinazione inizia alle 15.30, presieduta da Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Cesare Nosiglia, Amministratore Apostolico di Torino e di Susa, insieme ai Vescovi ordinanti S.E.R. Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo Metropolita di Vercelli, e S.E.R. Mons. Alfonso Badini Confalonieri, Vescovo emerito di Susa.

I Vescovi consacranti sono 33, provenienti dalla Regione Conciliare Piemontese e della Valle d’Aosta e da altre Regioni di Italia; insieme ai Vescovi, concelebrano oltre 200 Presbiteri e 60 Diaconi; 35 gli addetti al servizio liturgico.

Partecipano alla celebrazione anche 60 autorità civili, militari e religiose, oltre a 320 ospiti e 60 rappresentanti di Curia, Facoltà Teologica, ISSR e Consiglio Pastorale Diocesano. I fedeli presenti nella piazza antistante sono circa 700, assistiti da 55 volontari.

L’intera celebrazione è accompagnata dal coro diocesano, composto da 45 elementi e diretto dal maestro Alessandro Ruo Rui. I tecnici impegnati nei vari servizi sono 29.

Mons. Repole, una storia tutta torinese

Teologo e filosofo stimato, Mons. Repole gode già dell’affetto delle comunità laiche e cattoliche del Piemonte. La sua è del resto una storia tutta vissuta all’ombra del Duomo e della corona alpina.

Nasce a Torino il 29 gennaio 1967 ma cresce a Givoletto. La vocazione a soli 11 anni. Gli studi superiori li compie presso il seminario minore conseguendo la maturità classica presso il Liceo salesiano Valsalice di Torino nel 1986. Quindi studia filosofia e teologia nel seminario arcivescovile di Torino e consegue il baccalaureato in teologia presso la sede parallela di Torino della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale nel 1992. Nello stesso anno viene ordinato presbitero dal card. Giovanni Saldarini e prende servizio come vicario parrocchiale sino al 96. A 29 anni assume la docenza di teologia sistematica presso sede parallela di Torino della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose. Intanto prosegue gli studi in teologia sistematica presso la Pontificia università Gregoriana. Qui, nel 98, consegue la licenza e poi nel 2001 il dottorato.

Mons. Repole, teologo e pastore

Studioso e scrittore di saggi di carattere teologico, Repole non trascura comunque il servizio pastorale. Dal 2010 è canonico della Real chiesa di San Lorenzo. Dal 2011 al 2019 presidente dell'Associazione Teologica Italiana. È anche preside della sezione di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale e collaboratore pastorale della parrocchia Santa Maria della Stella a Druento. È stato inoltre membro del consiglio di amministrazione dell'Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità delle università e facoltà ecclesiastiche. Nel quinto anniversario dell'elezione di papa Francesco, ha curato la collana La Teologia di Papa Francesco, una serie di analisi su teologi illustri in 11 volumi.

Per la Diocesi è stato coordinatore della pastorale universitaria e membro della commissione ecumenica. Nel Consiglio presbiterale ha prestato servizio come assistente ecclesiastico diocesano del Movimento ecclesiale di impegno culturale.

La Sindone nello stemma di Mons Repole

“Christus tradidit seipsum pro me”, questo il motto che campeggia sullo stemma del nuovo Arcivescovo di Torino. Tratto dalla lettera di Paolo ai Galati, sottolinea che “Cristo ha dato se stesso per me” e sottintende la gratitudine che il cristiano deve dimostrare. La scudo è rosso come l’amore e come il sangue. L’amore intenso e assoluto del Padre, e il sangue versato dal Figlio per la Redenzione degli uomini. I tre chiodi posti sulla banda dello scudo sono un chiaro riferimento alla Sindone. Sono i segni della Passione di Cristo che culmina nella crocifissione.

Paola Cappa

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