lineaitaliapiemonte.it | 22 ottobre 2025, 17:03

Imprese torinesi e crisi, luci e ombre di un 2025 che si avvia a chiudersi con qualche incognita sul futuro

Migliora il clima di fiducia, ma investimenti e occupazione restano deboli. Meglio di prima i livelli di produzione, ordini e fatturato. A dirlo l'Ufficio studi di API Torino

Imprese torinesi e crisi, luci e ombre di un 2025 che si avvia a chiudersi con qualche incognita sul futuro

TORINO - Meno pessimismo ma investimenti e occupazione in frenata. È la sintesi della situazione che vivono le imprese torinesi con in vista la fine del 2025 e di fronte alle incertezze che pur rimangono nell’economia nazionale e internazionale. La fotografia è stata scattata dall’Ufficio studi di API Torino

Fabrizio Cellino, presidente dell’associazione delle PMI, sulla base dei risultati dell’indagine commenta: «È evidente che nonostante un miglioramento dei numeri, il nostro sistema economico vive un momento di difficoltà di fronte al quale servono misure importanti ed efficaci. Abbiamo a che fare con problemi globali e problemi locali che devono essere affrontati con un’azione a più livelli».

Cellino, quindi, chiede interventi di eccezionale importanza simili a quelli messi in campo nel corso della pandemia di Covid19. Sul fronte del credito la riattivazione di una moratoria sui finanziamenti, un meccanismo di garanzia pubblica sul 90–100% del nuovo credito bancario per le imprese che fanno parte di settori colpiti o in fase di riconversione, sospensione temporanea delle segnalazioni negative alla Centrale dei Rischi per le imprese che dimostrano difficoltà congiunturali.

Il presidente di API poi aggiunge: «Servono strumenti capaci di innescare meccanismi di sviluppo importanti come quello delle Zone Economiche Speciali già sperimentate in altre aree del Paese». 

«Dopo mesi difficili, si intravede una stabilizzazione dell’economia torinese. Il clima però resta orientato al pessimismo ma con segnali di assestamento», sintetizza Fabio Schena, responsabile dell’Ufficio Studi, che aggiunge: «Il grado di fiducia delle imprese passa da -21,9% del luglio 2025 all’attuale -9,3% ed è quindi in netto miglioramento anche se produzione, ordini e fatturato restano sottozero. Restano le criticità per le imprese manifatturiere. Il tema di fondo, però, è che nonostante i saldi non stiano più scendendo, l’indebolimento produttivo protrattosi sta frenando investimenti e occupazione».

I numeri di API Torino 

Grado di fiducia. Rispetto alle previsioni di Luglio 2025, il grado di fiducia dell’imprenditoria torinese migliora pur restando su valori negativi, segnando -9,3% contro il precedente 21,9%. 

Produzione, ordini, fatturato. Le previsioni indicano saldi previsionali per il secondo semestre 2025 pari a -19,4% per la produzione, -13,5% per gli ordini (-17,5% per le imprese manifatturiere), -10,2% per il fatturato (-11,1% per le imprese manifatturiere) in leggere miglioramento rispetto a luglio 2025. 

Portafoglio ordini. Metà delle imprese del campione ha ordini non superiori a 30 giorni, in peggioramento di 4 punti percentuali rispetto alla rilevazione di luglio 2025.

Investimenti. Il 35,7% delle imprese ha realizzato nuovi investimenti, oppure ne ha pianificato la realizzazione nel secondo semestre 2025: un brusco rallentamento, complice la diffusa incertezza e la perdurante fase di rallentamento produttivo. Il 64,3% delle imprese non ha investito, oppure non prevede di investire nel corso del secondo semestre 2025.

Fabbisogno finanziario e ritardi di pagamento. Il 40,5% delle imprese prevede il ricorso agli istituti di credito: serve maggiore liquidità. Aumentano le difficoltà ad incassare: il 36,7% segnala crediti scaduti da oltre 60 giorni.

Occupazione. Le previsioni sui livelli di Occupazione segnano nuovamente un saldo negativo, pari a -7,1% (a luglio 2025 era stimato a -8,3%): il 12,6% delle imprese prevede una riduzione degli addetti, mentre appena il 5,5% ha in programma entro dicembre 2025 interventi per incrementare l’organico in azienda.