Come avevo scritto in precedenza, la guerra si é allargata dal fronte bellico a quello valutario, ed oggi ad essere attaccato é il bene più prezioso degli Stati Uniti, quella supremazia del dollaro sui mercati mondiali, che Biden ha scelleratamente ed inutilmente messo in gioco, rischiando una sconfitta che sarebbe carastrofica.
La questione non é solo la richiesta russa di pagare il gas (e prossimanente tutte le forniture compresi cereali e fertilizzanti) in Rubli, ma é il contemporaneo ritorno al gold standard di Bretton Woods, ovvero della conversione certificata tra una moneta circolante, in questo caso il rublo, e una determinata quantità di oro detenuta dalla Banca Centrale che la emette.
Tutti, perfino alcuni esimi professori universitari si sono chiesti se per caso Putin fosse impazzito, perché col pagamento delle forniture in rubli, stante il basso valore del rublo (ora in veritá si é ripreso) avrebbe incassato molto meno di prima.
In realtà non é cosí, e stupisce che illustri economisti nostrani siano caduti nell'equivoco.
La Russia ha richiesto il pagamento in Rubli oro, che significa una quantità di rubli corrispondente ad una analoga quantità di oro equivalente, ad un cambio predeterminato, che non é quello attuale di mercato, ma é stabilito sulla base delle riserve auree custodite nella banca centrale rapportate alla quantitá di rubli circolanti, come é logico che sia.
Agli effetti pratici questo vuol dire che il gas andrá pagato in oro, oppure convertito in rubli ad un prezzo che sarà circa il 20% in più rispetto all'attuale sistema di cambio Dollaro/Euro - Oro - Rublo, un prezzo perfino più alto rispetto al valore del rublo ante invasione.
Il problema peró non é pagare le forniture in rubli, per farlo sarebbe sufficiente aprire un conto presso una banca russa e convertire gli euro o i dollari, anche se facendolo si aumenterebbe la richiesta di rubli sul mercato incrementandone ulteriormente il valore, ma tecnicamente sarebbe superabile.
In realtà c'é in gioco ben altro e lo ha spiegato molto bene Draghi in Conferenza Stampa rispondendo alla domanda di una giornalista russa.
La richiesta di pagamento in rubli è inaccettabile non per “questione di principio” ma per una questione di pura politica monetaria che intende salvaguardare la supremazia del dollaro come prima valuta di riserva mondiale.
É questo che é davvero sotto attacco, ed é il dollaro che il nostro Presidente del Consiglio si sta affannando a difendere, cosa quanto meno singolare per chi dovrebbe avere a cuore in primis gli interessi italiani.
Draghi infatti ha spiegato che i prezzi dei beni scambiati a livello mondiale sono da sempre in dollari.
La Ue ha provato a ridefinire i contratti per affermare “un po’ pomposamente” il ruolo dell’euro, ma “non ha funzionato”.
La possibilità che alcuni Paesi Opec, decidano, ad esempio di scambiare il loro petrolio con yuan cinesi, o magari con rubli, intaccherebbe la supremazia del dollaro, e questo secondo Draghi "sarebbe inaccettabile".
In realtà il vero problema é il dollaro non come riferimento di scambio, ma come valuta di riserva mondiale, ruolo che, secondo le leadership occidentali, va assolutamente difeso, anche a costo della guerra più sanguinosa.
Per spiegarlo meglio partiamo da una domanda: quanto vale 1 dollaro?
Ecco a questa domanda si risponde dicendo che secondo i mercati, oggi 1 dollaro vale 0,90 euro, o 6,36 yuan.
Perfetto, ma quanto vale 1 euro, o 1 yuan?
E qui si fa dura.
Il valore di una moneta non é dato da un semplice rapporto di cambio, ma é quello che con quella moneta si puó acquistare. Ebbene, in Europa con un euro si acquista una lattina di Coca Cola in un fast food, esattamente la stessa lattina che a Shen Zhen si compra con 1 yuan che vale 7 volte di meno.
Questo dovrebbe farvi riflettere, perché al consumo 1 euro vale esattamente quanto vale, nel rispettivo mercato, 1 juan.
Dal 2010 al 2019 la Fed (seguita a ruota dalla BCE) ha stampato denaro a profusione inondando il mercato di liquiditá.
La massa monetaria M2 é aumentata mediamente del 5,8% l'anno, senza che i cambi ne risentissero (e neppure l'inflazione).
Addirittura da febbraio 2020, l'offerta di moneta M2 è aumentata di 4.000 miliardi di dollari, +26% anche se in questo caso si é pagato pegno con l’inflazione interna, ma non con i rapporti di cambio.
In pratica é come se gli USA avessero creato valore dal nulla, proprio approfittando del ruolo del dollaro come valuta di riserva mondiale.
Ció é stato possibile proprio grazie al fatto che il valore del dollaro é regolato solo dai mercati, i quali sono opportunamente manipolati.
Se ci fosse ancora il legame dollaro/oro, questa operazione avrebbe comportato una svalutazione epocale perché c'era un riferimento di valore certo ed indissolubile della valuta, proprio quel riferimento che Putin progetta di reintrodurre, e che sarebbe un disastro per tutte le economie occidentali costruite sulla carta straccia.
Ecco il vero problema. La mossa di Putin é un attacco violentissimo al cuore del capitalismo finanziario occidentale.
Poi sia chiaro, nel gold standard l'oro é solo un riferimento come un altro, e serve a dare una misura al valore di una moneta rapportata al numero di monete stampate.
Se come riferimento si usasse al posto dell'oro un metro quadro di territorio lunare, sarebbe materialmente la stessa cosa.
La questione annosa é se una moneta debba rappresentare qualcosa di concreto come un bene materiale a disponibilità contingentata, oppure debba essere trattata alla stregua di qualsiasi titolo obbligazionario ma con una di esse, il dollaro, come riferimento ed elemento di transazione per tutte le economie mondiali.