Messaggi in bottiglia | 22 marzo 2022, 08:38

Un confronto impietoso. Di Marco Corrini*

Pur in presenza di una congiuntura difficile, ia Cina prevede quest'anno una crescita intorno al 5,5% favorita anche dalla sforbiciata alle aliquote fiscali sugli utili delle imprese. Da notare il differente approccio con cui Italia e Cina affrontano la congiuntura negativa: assistenzialista a pioggia selettiva quello nostrano; mirato sulle imprese e sulla tutela dell'apparato produttivo, quello cinese. Volendo si può scusare Conte e i suoi bonus perchè non era esperto in materia economica ma come assolvere Draghi, ritenuto nume tutelare dell'economia mondiale?

Un confronto impietoso. Di Marco Corrini*

É di questi giorni la notizia che la Banca centrale cinese ha trasferito al ministero delle Finanze la bellezza di 1 trilione di juan, corrispondenti a 144 miliardi di euro.

Con questa operazione il governo cinese ha dato una importante sforbiciata alle aliquote fiscali sugli utili delle imprese con lo scopo di esercitare un grosso stimolo alla crescita economica che quest'anno, pur in presenza di una congiuntura assai difficile, si prevede intorno al 5,5%.

La notizia di per se sembrerebbe marginale, ma diventa significativa se confrontata con i provvedimenti anti crisi adottati dal nostro governo.

La prima cosa che salta all'occhio é che 144 miliardi di euro bastano a dare una violenta scossa all'economia in Cina, mentre in Italia 163 miliardi di continua iniezione di liquidità (l'aumento del debito pubblico italiano dal 1 gennaio 2021 ad oggi), non sono stati neppure un modesto brodino, e questo malgrado l'economia italiana valga un ottavo di quella cinese.

Andando più in dettaglio si nota poi la netta differenza di approccio tra i due paesi: assistenzialista a pioggia selettiva quello nostrano; mirato sulle imprese e sulla tutela dell'apparato produttivo, quello cinese.

Anche a sensazione, senza avere grosse basi di economia, il lettore medio, se attento e riflessivo, può facilmente concludere che lo stimolo allo sviluppo dell'imprenditoria, con riduzioni fiscali a carico delle imprese in cambio di investimenti ed incrementi occupazionali, attuato in Cina, sia sicuramente più efficace della politica dei bonus inaugurata da Conte e proseguita poi dal "Migliore", una scelta che se é comprensibile per il primo, avvocato non esperto in materia economica e con un ministro ancora meno esperto di lui (Gualtieri), appare invece assurda per Draghi, che é un autentico nume tutelare dell'economia mondiale, per di più con un ministro, Franco, considerato tra i migliori economisti al mondo.

Il confronto con la Cina è quindi impietoso, perchè da una parte c'è un governo che tutela il paese proteggendo la propria struttura imprenditoriale, mentre dall'altra, la nostra, c'é una classe dirigente che la massacra.

La cosa veramente drammatica di questo quadretto, è che distruggere il nostro apparato produttivo costa agli italiani più di quanto costa ai cinesi rilanciare il loro, peraltro già florido.

Ultima chiosa: col taglio fiscale degli utili previsto da questa manovra le imprese cinesi saranno tra le meno tassate al mondo e quindi guadagneranno ulteriormente in competitività.



*Marco Corrini, scrittore, analista di marketing

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