Messaggi in bottiglia | 20 febbraio 2022, 21:40

Referendum sulla giustizia: a cosa servono? Di Marco Corrini*

Anche se li chiamano referendum sulla giustizia, con la giustizia non c'entrano, semmai con la politica. Se riforma ci sarà, la dovrà fare il Parlamento, cosa assai complessa considerato il tipo di riforma radicale che servirebbe. E che nessuno vuole fare

Referendum sulla giustizia: a cosa servono? Di Marco Corrini*

Li chiamano referendum sulla giustizia ma in realtà con quella riforma che tanto ci servirebbe non c'entrano nulla.

E non potrebbe essere diversamente, perché la giustizia in Italia, si regge su norme costituzionali che non possono essere cambiate a colpi di referendum.

Inoltre, nel nostro ordinamento, il referendum può essere solo abrogativo e quindi, al massimo, può abrogare una legge, creando un vuoto legislativo e sperando di indurre il Parlamento a colmarlo con una legge migliore, ma non é possibile proporre per via referendaria una vera riforma, tantomeno quella della Magistratura.

Se riforma sarà, quindi, la dovrà fare il Parlamento, e qui la vedo dura, specie se si pensa al tipo di riforma radicale che ci servirebbe, e che nessuno vuole fare.

Detto questo vediamoli questi referendum per i quali tantissimi volontari hanno speso tempo e denaro per raccogliere le firme necessarie.

A proposito, a loro va tutto il mio ringraziamento, perché nella Repubblica italiana il referendum é un'arma popolare tuttaltro che di facile impiego, e chi si impegna per usarla ha tutta la mia ammirazione, da qualunque parte stia.

Il solo quesito davvero rilevante era quello sulla responsabilità civile dei Magistrati, ed é stato anche, purtroppo, tra quelli rigettati dalla Consulta.

La cosa curiosa é che nel 1987 votammo un referendum simile. Allora la Corte lo ritenne ammissibile, fu approvato con 20 milioni di voti, ma il Parlamento non ne tenne conto e non legiferò mai in merito.

Diciamo che se i Magistrati fossero ritenuti civilmente responsabili, oggi i 20 milioni di euro dello yacht di Briatore incautamente venduto all'asta senza attendere la sentenza definitiva, che poi é stata di assoluzione, li pagherebbe il Magistrato responsabile (o la sua assicurazione), invece ora li dovremo pagare noi.

Quel referendum però non s'ha da fare, esattamente come quello sull'eutanasia e quello sulla cannabis, come "Parrucconi docet".

Gli altri ammessi sembrano davvero poca cosa.

Abrogazione della Legge Severino

É un quesito a doppio taglio.

Da un lato, infatti, si elimina quell'assurdo giudiziario che prevede la sospensione dalla carica elettiva di coloro che sono stati condannati in primo grado per determinati reati, malgrado la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva sia un principio costituzionale.

Dall'altro però si elimina anche l'articolo che impediva la candidabilità a chiunque sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati, norma, lasciatemelo dire, sacrosanta.

Insomma, se il quesito verrà approvato, Giovanni Brusca potrebbe candidarsi a Governatore della Sicilia.

Vien da domandarsi con quale logica siano stati preparati i questiti.

Custodia Cautelare

Premesso che la custodia cautelare in carcere é un istituto abusato e utilizzato troppo spesso in modo intimidatorio dai Magistrati, il quesito proposto non sembra voler eliminare l'abuso, ma piuttosto pare voler scudare la politica.

Il quesito infatti si propone di sottrarre alla custodia cautelare i reati di finanziamento illecito ai partiti e in generale tutti i reati che prevedono reclusione inferiore a 5 anni, salvo comprovato pericolo di fuga, che per un politico non sussiste praticamente mai.

Separazione delle carriere

Il quesito (che sarebbe sacrosanto) sembra però una presa in giro, perché in realtà non realizza affatto la separazione delle carriere.

In caso di approvazione infatti, i Magistrati continueranno tranquillamente a passare dalle funzioni giudicanti a quelle inquirenti e viceversa, solo che potranno farlo solo 2 volte in carriera, contro le 4 della legge attualmente in vigore.

CSM

Il questito sul Csm é quello più comico. Non incide affatto sulla composizione del Consiglio, e neppure sulla sua operatività, ma si limita a permettere che un Magistrato possa avanzare una sua candidatura individuale invece che raccogliendo le firme di almeno 25 presentatori.

Oltre tutto questa norma è giá prevista nella riforma Cartabia, e quindi il referendum sarà probabilmente inutile.

Consigli Giudiziari

L'ultimo quesito é di tipo tecnico e riguarda i consigli giudiziari.

In pratica si vuole permettere anche agli avvocati la valutazione sulla professionalità dei Magistrati.

Non so cosa possa interessare al cittadino comune, ma a sensazione suonerebbe come una cosa buona, se non fosse che anche questa norma é prevista, almeno in gran parte, nella riforma Cartabia, che per inciso, é comunque lontanissima dal concetto stesso della parola "Riforma", e sopratutto non risolve neppure uno dei problemi che affliggono la Magistratura italiana ed i suoi delicati rapporti con gli altri poteri dello Stato e con la Sovranità Popolare dalla quale pare esente.

In buona sostanza, perché andremo a votare? Per togliere di mezzo alcune norme "sgradite" alla politica.

*Marco Corrini, scrittore, esperto di marketing

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