lineaitaliapiemonte.it | 03 novembre 2021, 13:20

Fiom: serve una mobilitazione per il futuro dell’industria dell’automobile in Italia e per Torino

La decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento Maserati e di spostare la produzione dei due modelli a Mirafiori non risolve secondo la Fiom nessun problema, anzi si evidenziano ancora di più le criticità legate alla mancanza di investimenti e di volumi produttivi per Torino. Con una domanda: dove saranno ricollocati i lavoratori?

Fiom: serve una mobilitazione  per il futuro dell’industria dell’automobile in Italia e per Torino

Dove saranno ricollocati i lavoratori? L’annuncio di due turni per la 500 bev basterà ad evitare il ritorno della cassa integrazione? Sono le questioni che si pone la Fiom torinese che non ha voluto sottoscrivere l'accordo separato in cui viene già previsto l’utilizzo di ammortizzatori sociali, ma nulla viene detto su quali sono i piani industriali di Stellantis per Torino. Proprio la mancanza di risposte ha impedito la sottoscrizione dell'accordo, in particolare, secondo la Fiom mancano le risposte ai seguenti punti:

  • la chiusura di Grugliasco mette in luce i limiti del “polo del lusso”, solo la produzione di modelli Maserati e della 500 elettrica non sono sufficienti. Servono nuovi modelli che possano avere numeri di produzione più alti, e questo è possibile se si producono automobili che possono essere acquistate da tanti e non soltanto che può permettersi auto di lusso;

  • nessun impegno è stato preso per garantire la continuità dei siti torinesi, a partire dalla Meccanica, dalle Presse e per le attività degli Enti Centrali che dovrebbero occuparsi di sviluppare i modelli futuri e sui quali oggi non c’è chiarezza;

  • il piano industriale su Torino deve prevedere investimenti e non soltanto una gestione del declino: a fronte delle uscite incentivate devono avvenire nuove assunzioni, ci deve essere il ricambio generazionale, altrimenti si va verso una chiusura lenta e inesorabile.

    Questi temi dovevano essere affrontati in assemblea ma per il 2021 le 10 ore di assemblea retribuite sono esaurite (5 ore sono state utilizzate per le selezioni delle Rsa delle sigle firmatarie del ccsl), per questo ieri si è svolto un presidio alla porta 2 che proseguirà nelle prossime settimane.

    In definitiva, secondo la Fiom, la richiesta è sempre la stessa: serve una mobilitazione per rivendicare dei piani industriali veri e credibili, investimenti e nuove produzioni, per il futuro dell’industria dell’automobile in Italia e per Torino.

Redazione