Economia allo specchio | 30 aprile 2021, 07:13

Comune di Torino: multe 2021 più 30%, ma sulle motivazioni c’è una novità. Di Carlo Manacorda*

Perchè il Comune di Torino ha assegnato ai “civich” l'obiettivo di aumentare le multe del 30%? Lo svela il loro Comandante: perchè lo chiedono i cittadini. Forse l'amministrazione comunale dovrebbe spiegare un po' meglio la questione, posto che decidere a priori di sanzionare di più significa dare per scontato che i cittadini sono sempre e comunque indisciplinati e quindi vanno puniti. E posto che la scelta della materia delle multe, per stabilire gli obiettivi da assegnare ai Vigili, non sembra affatto la più appropriata

Comune di Torino: multe 2021 più 30%, ma sulle motivazioni c’è una novità. Di Carlo Manacorda*

In un precedente scritto in questa Rubrica (05 aprile) sull’aumento delle multe del 30% deciso dal Comune di Torino per il 2021, avevamo osservato che, negli atti ufficiali dell’Ente, non c’erano spiegazioni per giustificare l’aumento. Avevamo quindi concluso che l’unica spiegazione intuibile era quella di fare cassa per aumentare le sempre più magre entrate del Comune.

Ora però sulle motivazioni dell’aumento c’è una novità. Come riferito da “La Stampa” del 23.04.2021, il Comandante della Polizia municipale Emiliano Bezzon, intervenendo ai lavori di una Commissione comunale, dichiara: “Perché ci siamo posti l’obiettivo di aumentare le sanzioni? Per dare una risposta al numero di richieste che arrivano ogni anno alla municipale: dai cittadini la domanda di interventi repressivi è sempre molto forte. Diminuire la pressione significherebbe non rispettarne la volontà”. Dunque, sembrerebbe che si sia deciso di aumentare il numero delle multe per assecondare la volontà dei cittadini. Tuttavia risulta che l’Assessore al bilancio Sergio Rolando, partecipando alla stessa Commissione, sulle multe abbia dato una versione esclusivamente economica. Si fanno perché portano entrate alle casse comunali. Durante i lockdown che hanno ridotto la mobilità, le multe hanno reso meno.

Sbrigando, frettolosamente, la questione, si potrebbero accettare entrambe le posizioni L’Assessore che, da “uomo dei conti”, si preoccupa della loro quadratura ― lamenta la diminuzione degli incassi per multe. Guarda quindi alla “sostanza” del problema. Il Comandante dei Vigili che lascia intendere un’attenzione alle istanze dei cittadini ― giustifica l’obiettivo come una risposta a desideri insistenti della cittadinanza. Se questa invoca un maggior rigore nei sistemi sanzionatori, bisogna assecondarla.

Il caso merita però qualche riflessione. L’Amministrazione comunale assegna come obiettivo agli Agenti della propria Polizia municipale quello di dare più multe. Di fatto, dice loro: dovete applicare di più la legge. Ma il compito della Polizia municipale non è anche quello di applicare sempre e comunque la legge? Quindi, l’invito ad applicarla con maggiore intensità può anche suonare come un giudizio negativo sull’operato precedente: in materia di multe, dovete lavorare di più di quanto non abbiate fatto finora.

Vero è che la scelta della materia delle multe per stabilire gli obiettivi da assegnare ai Vigili non sembra la più appropriata. La prova è la loro protesta: “Non siamo gabellieri. Un buon agente non si misura dal numero di verbali che redige”. Se voleva riferirsi comunque a questo argomento, forse l’Amministrazione comunale doveva spiegare meglio tutta la questione. E non solo nei confronti dei suoi Agenti di Polizia, ma anche dei cittadini. Si dà per scontato che i cittadini sono, sempre e comunque, degli indisciplinati. Quindi, bisogna punirli. Ma le punizioni non si stabiliscono a tavolino, ma sul campo quando si accerta la violazione della norma e si applica la sanzione prevista.

La spiegazione della scelta fatta può darla soltanto la Giunta comunale che ha deciso gli obiettivi da assegnare ai Vigili. Ma nei suoi atti ― come già detto ―, in palese violazione delle norme sulla trasparenza e sulle motivazioni delle decisioni amministrative, nulla è detto. In conclusione, poiché l’aumento delle multe si riflette sul bilancio, c’è da ritenere che pensasse soprattutto ad aumentare le entrate. D’altro canto, le dichiarazioni dell’Assessore sembrano avvalorare questa interpretazione.

Dunque, la Giunta comunale ― unico soggetto che doveva dire qualcosa in merito all’aumento delle multe ― ha taciuto. Parla invece il Comandante della Polizia municipale. Sebbene funzionario di alto livello, non sembra che possa dare interpretazioni alle decisioni della Giunta. Inoltre, la sua interpretazione appare un po’ azzardata.

Se fosse vero che le decisioni del Comune sono prese sulla base delle richieste dei cittadini, allora il Comune dovrebbe impostare il proprio bilancio tenendo conto, concretamente, non soltanto di quelle che chiedono un aumento delle multe ma anche di tutte le altre, da quelle che sollecitano interventi per tappare le buche nelle strade a quelle che denunciando situazioni di indecorosità della Città per rifiuti nelle strade, erba che invade marciapiedi e via cantando. E si realizzerebbe una vera democrazia partecipata, tra l’altro non estranea a recenti tendenze della politica. Ma ipotesi di questo genere restano nel campo dell’immaginazione.

In conclusione, sembrerebbe più opportuno che agli Agenti della Polizia municipale fossero assegnati obiettivi più coerenti con le loro funzioni, ben precisate anche sul sito della Città di Torino: svolgere attività preventive di informazione e di controllo sui comportamenti più pericolosi per la sicurezza e la mobilità o che creano maggiori disagi, e molte altre ancora, e non soltanto dare più multe. Non trascurando, relativamente al disagio, lo sconcio presente nella Città per monopattini e biciclette abbandonate sui marciapiedi e deiezioni di cani presenti dovunque. Forse monopattini e biciclette favoriranno anche una mobilità sostenibile, ma la sostenibilità dovrebbe essere per tutti, anche per i pedoni in special modo se disabili.

Valutando poi a consuntivo il raggiungimento degli obiettivi assegnati ai Vigili nelle suddette funzioni, si potrà anche tenere conto dell’attività sanzionatoria sviluppata per conseguire l’obiettivo.


*Carlo Manacorda, economista ed esperto di bilanci pubblici

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