lineaitaliapiemonte.it | 13 gennaio 2021, 15:59

#ioapro1501, venerdì la “protesta gentile” dei ristoratori che aprono per non chiudere più. Mautino, Epat: noi non appoggiamo l'iniziativa

Corre sui social il tam tam per la giornata di venerdì quando gli esercenti dei pubblici esercizi che aderiscono all'iniziativa #ioapro1501 apriranno i loro locali, pur nel rispetto delle regole anti Covid: “Apriamo per la sopravvivenza”. Alessandro Mautino, Epat - Associazione pubblici esercizi di Torino: “Come associazione non appoggiamo la protesta perchè crediamo che si debbano sempre utilizzare strumenti all'interno della legge. Non credo che a Torino ci siano molte adesioni”

#ioapro1501, venerdì la “protesta gentile” dei ristoratori che aprono per non chiudere più. Mautino, Epat: noi non appoggiamo l'iniziativa

L' appuntamento è venerdì 15 gennaio e l'attività di proselitismo corre in rete con l'hashtag #ioapro1501. E' la manifestazione di protesta degli esercenti dei locali pubblici, “una protesta gentile più ancora che civile”, dicono i referenti dell'iniziativa dalla loro pagina Facebook. Non intendono più sottostare alle regole dei Dpcm, basta con le chiusure di bar e ristoranti, chiusure che il prossimo decreto potrebbe irrigidire ulteriormente non consentendo l'asporto dopo le 18.

Sui social le adesioni sembrano migliaia, resta da vedere quale sarà la risposta dei clienti. “Apriamo per la sopravvivenza. Inoltre le chiusure non hanno risolto il problema sanitario. Non siamo noi che abbiamo peggiorato il livello sanitario ma siamo noi che abbiamo i maggiori problemi. Siamo in uno stato di necessità”. “Si apre per non chiudere più. Ovviamente nei locali saranno rispettate tutte le norme anti covid: distanziamenti, mascherine, gel. E poi il buon senso di ogni esercente. Se siete gestori di locali e volete aderire mettete sulle vostre bacheche l'ashtag “ioapro” in modo che i clienti sappiano quali saranno i locali che aderiscono. Inoltre il conto sarà ad offerta libera, regolarmente certificato da uno scontrino. E poi l'attenzione alle forze dell'ordine che dovessero venire nel locale: nessun attrito, chiunque verrà siate consapevoli che sta facendo il suo lavoro”.

Contraria alla protesta l'Epat di Torino, l'associazione che rappresenta i pubblici esercizi: “Noi non appoggiamo questa iniziativa e consigliamo anzi di non partecipare. Riteniamo che gli strumenti che un associazione deve utilizzare devono essere legali. Inoltre mettiamo in guardia i nostri associati perchè dai video che i promotori dell'iniziativa postano su facebook sembra che non ci siano rischi, invece si rischia una multa fino a 1000 euro, la chiusura o addirittura la revoca della licenza oltre al rischio di denuncia penale contro la salute pubblica . Gli stessi clienti possono essere sanzionati. Naturalmente noi ci limitiamo ad informare i nostri associati dei rischi che possono correre poi ognuno è libero di agire come ritiene. Per la verità non ho sentore che a Torino ci sia chi aderisce a questa iniziativa, poi per carità , magari non è così”.

Non resta che aspettare venerdì per capire se la protesta civile e “gentile” di baristi e ristoratori avrà presa tra esercenti e , soprattutto, clienti.

Redazione

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