Editoriali | 11 maggio 2020, 08:50

Dal latte si originano i lipidi con proprietà antivirus. Di Giuseppe Chiaradia*

Alcuni lipidi che si originano dalla lipolisi dei trigliceridi contenuti nel latte hanno la capacità di ridurre l’infettività di virus e batteri. L’attività antivirale di questi lipidi è efficace soltanto verso gli enveloped viruses, cioè quelli dotati di una membrana lipidica protettiva, come i coronavirus. Poiché agiscono rompendo la membrana lipidica del virus, i lipidi antivirali dovrebbero essere insensibili alle sue mutazioni. Purtroppo le caratteristiche di scarsa miscibilità dei lipidi nell’ambiente acquoso ne hanno sinora limitato fortemente le applicazioni terapeutiche. Ma uno studio congiunto effettuato dai ricercatori di alcune università inglesi, pubblicato il 30 Marzo 2020 con il titolo “A novel antiviral formulation inhibits a range of enveloped viruses” permette di guardare con fiducia all’impiego terapeutico dei lipidi antivirali

Dal latte si originano i lipidi con proprietà antivirus. Di Giuseppe Chiaradia*

Diversi studi scientifici sull’attività antivirale dei lipidi hanno dimostrano che il latte materno diventa antivirale dopo qualche giorno di stoccaggio o nello stomaco dopo un’ora dall’ingestione. I lipidi del latte derivano dalla lipolisi dei trigliceridi catalizzata dagli appositi enzimi lipase, in particolare lipoproteina lipase, che sono presenti nel latte o nel tratto gastro intestinale.

I lipidi per i quali è stata dimostrata attività antivirale sono gli acidi grassi saturi caprilico, laurico ed i relativi mono-gliceridi (dal latte e dall’olio di cocco), e gli acidi grassi insaturi a catena lunga come oleico e linoleico e i relativi mono-gliceridi ( dagli oli vegetali)

Le recenti ricerche sull’impiego dei lipidi nei trattamenti antivirali

Proprio recentemente, il 20 Marzo 2020, è stato pubblicato sulla rivista  Biorxiv un articolo intitolato “A novel antiviral formulation inhibits a range of enveloped viruses”, i cui autori provenienti da diversi istituti universitari del Regno Unito, presentano uno studio sull’impiego di un lipide, l’acido caprilico, per la cura dalle infezioni da virus.

Poiché il problema principale per le applicazioni terapeutiche dei lipidi è la scarsissima miscibilità negli ambienti acquosi, i ricercatori hanno studiato una formulazione basata su una emulsione di acido caprilico, un acido grasso a catena media con 8 atomi di carbonio, che permette una maggiore dispersione del lipide nel liquido ematico

Secondo i risultati studi degli autori, la loro emulsione (per la quale è in corso una richiesta di brevetto internazionale), denominata Viro SAL ha dimostrato, da test eseguiti in “vitro” (cioè in laboratorio su apposite cellule), la capacità di inibire gli enveloped viruses SARS-CoV-1, Epstein-Barr, herpes simplex, Ebola, Lassa. Da test eseguiti “in vivo”, la formulazione Viro SAL ha mostrato di inibire significativamente la replicazione dei virus di Zika e Semliki Forest.

Lo studio sull’acido caprilico è cominciato molto tempo prima della pandemia provocata dal Covid 19. E’ evidente che se la formulazione ViroSAL è efficace contro gli enveleped viruses sopra citati, non c’è ragione di ritenere che non lo sia altrettanto sul Covid 19, in quanto anch’esso è dotato di membrana lipidica. Questo è quello che affermano gli autori della pubblicazione: “we have identified a novel antiviral formulation that is of great interest for prevention and/or treatment of a broad range of enveloped viruses”

La rottura della membrana lipidica dei virus.

Gli enveloped viruses, come i coronavirus Covid 19 e Sars, possiedono una membrana protettiva, entro la quale sono contenute le macromolecole proteiche e nucleiche dei microorganismi. Questa membrana, chiamata pericaspide, è costituita principalmente da lipidi, molecole con una testa polare ed una lunga coda idrocarburica apolare, organizzati in una struttura compatta a strati denominati bilayers. Entro questo doppio strato di lipidi, con le teste polari rivolte verso l’esterno, sono distribuite un certo numero di proteine di membrana.

A causa della loro conformazione, l’inserimento di acidi grassi con idonee caratteristiche steriche ed elettroniche all’interno della membrana lipidica la rende meno fluida e permeabile, in quanto la struttura geometrica delle catene, arcuate o troppo corte, fa perdere la compattezza dell’impaccamento dei bilayer. Il continuo assorbimento ed inserimento di quel tipo di lipidi, fa sì che ad un certo punto la barriera lipidica collassi, sfaldandosi, con conseguente morte del virus.

I lipidi possono inattivare diversi virus e sono insensibili alle mutazioni

Poiché i lipidi antivirali vanno ad agire sulla barriera lipidica degli enveloped viruses, qualsiasi mutazione dei recettori del virus non dovrebbe influire sulla capacità distruttiva di quei lipidi. Difatti gli studi sinora effettuati “in vitro” dimostrano che l’attività è esclusivamente verso gli enveloped viruses, alla cui classe appartengono moltissimi virus, come quelli dell’Epatite C, del morbillo, altri dell’influenza, della rabbia, di Ebola ed il retrovirus dell’AIDS HIV. Invece i lipidi sono inefficaci nei confronti del virus della polio in quanto non ha il pericaspide.

L’azione biocida dei lipidi è più efficace sui virus rispetto ai batteri, probabilmente a causa delle ridotte dimensioni dei virus, che variano fra 40 e 160 nm (nanometri), mentre i batteri hanno dimensioni maggiori, fra 200 e 2000 nm. Pertanto è sufficiente un minor assorbimento di lipidi con conformazione anomala per destabilizzare l’impaccamento delle membrane dei virus.

Riferimenti bibliografici

Gli autori dell’articolo “A novel antiviral formulation inhibits a range of enveloped viruses” pubblicato sulla rivista scientifica Biorxiv provengono dalle seguenti università:

- Veterinary Sciences Centre, University College Dublin (Ireland)

- Division of Virology, Department of Pathology, University of Cambridge (UK)

- Virus Host Interaction Team, Institute of Medical Research, University of Leeds (UK)

- Institute of Immunity and Infection, The University of Birmingham (UK)

- School of Cancer Sciences, The University of Birmingham (UK)

- Westgate Biomedical Ltd., Lough Eske, Donegal Town (Ireland)

- The Pirbright Institute (UK)

Fra le numerose pubblicazioni di studi sugli sulla protezione del latte materno dalle infezioni gastro intestinali, ricordiamo: J.K. Welsh et al., Effect of antiviral lipids, heat, and freezing on the activity of viruses in human milk, J. Infect. Pis., 1979, Vol. 140, p. 322-328 (II); C.E. Isaacs et al., Membrane disruptive effect of human milk: Inactivation of enveloped viruses, J. Infect. Pis., 1986, Vol. 154, p. 966-971

*Giusepe Chiaradia, ingegnere chimico

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