lineaitaliapiemonte.it | 24 dicembre 2025, 12:11

Professioni sanitarie, proroga fino al 2029 dell'esercizio in deroga

Bufalo, presidente OPI Torino: «Una scelta che umilia i professionisti e mette a rischio il diritto alla tutela della salute»

Professioni sanitarie, proroga fino al 2029 dell'esercizio in deroga

TORINO - La proroga fino al 2029 dell’esercizio professionale in deroga per infermieri, medici e altri professionisti sanitari approvata dal Parlamento continua a suscitare forti reazioni nel mondo sanitario.

Dopo la presa di posizione congiunta di FNOPI e FNOMCeO, interviene anche Ivan Bufalo, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino e presidente del Coordinamento regionale delle professioni infermieristiche, che parla di una decisione grave e dannosa sia per i professionisti sia per i cittadini.

«La scelta assunta a sorpresa dal Parlamento di prorogare ulteriormente l’esercizio in deroga delle professioni sanitarie rappresenta un oltraggio alla dignità di infermieri, medici e di tutti i professionisti della salute e, al tempo stesso, un serio ostacolo al diritto dei cittadini a ricevere cure sicure e di qualità», afferma Bufalo, sottolineando come la misura non risponda a una visione strutturale del sistema sanitario.

Nel mirino del presidente OPI e del Coordinamento regionale c’è in particolare l’assenza di verifiche rigorose sulle competenze professionali e linguistiche di chi esercita con titoli conseguiti all’estero. «Consentire l’esercizio della professione senza un controllo stringente delle competenze cliniche e della conoscenza della lingua italiana significa abbassare gli standard assistenziali, svalutare la formazione universitaria italiana e mortificare migliaia di professionisti che operano ogni giorno nel rispetto delle regole, assumendosi responsabilità enormi in un contesto già segnato da carenze di personale e criticità organizzative», evidenzia.

Secondo Bufalo, l’esercizio in deroga non è una risposta all’emergenza, ma un fattore che rischia di aggravare ulteriormente la crisi del sistema sanitario.

Un altro aspetto critico riguarda il riconoscimento sociale delle professioni sanitarie. «I cittadini e i familiari degli assistiti non sono in grado di distinguere tra chi esercita nel pieno rispetto delle norme e chi opera in deroga. Il risultato è un danno diretto alla credibilità delle professioni e alla fiducia nel sistema», aggiunge Bufalo, che mette in guardia anche dagli effetti sul futuro della sanità. «Prolungare ulteriormente questa misura, che va nella direzione opposta rispetto al miglioramento dell’attrattività delle professioni sanitarie, rischia di ridurre le iscrizioni ai corsi di laurea e di accelerare l’abbandono di chi già oggi esercita».

Per il Presidente Bufalo, a trarre vantaggio dalla proroga non sono né i professionisti né i cittadini. «A beneficiare di questa scelta sono solo gli importatori e i fruitori di manodopera sanitaria a basso costo, indifferenti alle conseguenze sul sistema, sui lavoratori e sulla sicurezza delle cure», afferma.

Bufalo esprime infine apprezzamento per la posizione assunta da FNOPI e FNOMCeO e richiama la necessità di un cambio di passo. «Non è più tollerabile continuare a inseguire le emergenze con soluzioni tampone. Servono interventi strutturali, regole certe e un confronto serio con le professioni sanitarie», conclude, ponendo una questione aperta: «Di fronte a questo scenario, gli infermieri e i professionisti della salute sapranno trovare la coesione necessaria per una mobilitazione generale a tutela della professione e del diritto alla salute dei cittadini?»