TORINO - «Rafforzare la crescita delle piccole e medie imprese partendo dalla loro vocazione storica, trasformando flessibilità e resilienza in un progetto strutturale di sviluppo. La Piccola Industria è fatta di imprenditori che si sporcano le mani, che rischiano in prima persona, che non delegano la responsabilità ma la assumono, che vivono la propria azienda come una seconda famiglia e la propria professione come un impegno civile. E nessuna città incarna questa storia come Torino». Sono queste le linee programmatiche presentate da Manuele Maria Musso che stamane è stato eletto presidente della Piccola Industria dell’Unione Industriali Torino.
Ai lavori dell’assemblea hanno preso parte anche il presidente nazionale della Piccola Industria, Fausto Bianchi, il presidente dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay. Nella squadra di presidenza sono cinque i vicepresidenti: Paolo Errico, cui è stata assegnata la delega AI per tutti; Alberto Lazzaro, finanza per la crescita; Simona Radicci, export e negoziazione; Maurizio Traversa, innovazione e startup; Cristina Tumiatti, comunità e coesione. A questo primo gruppo nella squadra di presidenza si aggiungono due consiglieri delegati: Monica Mastrullo, con delega sui progetti micro e piccola impresa, e Marco Piccolo, sostenibilità pragmatica.
«Questo è uno dei territori italiani a più antica industrializzazione, un patrimonio di competenze e di cultura imprenditoriale che – ancora una volta – potrà dare un contributo decisivo alla competitività del Paese. Un territorio di innovazione, come dimostra il posizionamento di Torino sul fronte delle tecnologie digitali o di settori cruciali come quello dell’aerospazio. Per le PMI significa poter contare su una base solida di competenze per crescere. “Piccolo è bello”, infatti, a condizione che si abbia la passione, la forza e l’ambizione per crescere. L’adozione di una tecnologia potente come l’intelligenza artificiale è una leva decisiva di crescita. Ma oggi in Italia la utilizza solo il 16,4% delle imprese, una quota in aumento ma ancora inferiore alla media europea e distante dai principali competitor. Il dato è ancora più critico per le piccole imprese, ferme al 14,2%, dobbiamo lavorare molto su questo fronte. Come Piccola Industria Confindustria vogliamo ascoltare i territori e costruire politiche industriali di medio periodo, strumenti a misura di PMI e azioni concrete su competenze, investimenti e accesso al credito. L’assemblea di Torino conferma che l’IA può essere un fattore reale di sviluppo, se inserito in una visione strategica che metta al centro imprese, persone e territori» ha sottolineato il presidente nazionale della Piccola Industria, Fausto Bianchi.
I cinque pilastri strategici
Il cinquantaduenne imprenditore sarà presidente per il prossimo quadriennio di un gruppo di imprese che rappresenta oltre il 96% delle oltre 2.300 imprese associate all’Unione Industriali Torino. Nato a Castellamonte nel 1973, dopo la laurea in Economia e Commercio a Torino, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia, Space 2000, di cui dal 2005, con il fratello Cristiano, è Amministratore Delegato. Dal 2009 è Alumnus dell’Harvard Business School. Vicepresidente dell’Unione Industriali Torino dal 2020, è anche Presidente del gruppo Moda Tessili ed Accessori.
Nel documento ‘Fare grande la Piccola’ Musso prende le mosse dalla storia industriale di Torino, città cresciuta grazie a un tessuto di piccole imprese che, nel corso del Novecento, hanno dato origine a grandi realtà industriali e culturali italiane. “La Piccola Industria è il cuore del nostro sistema produttivo ed è anche il luogo in cui si formano le competenze, il coraggio e la responsabilità imprenditoriale. Oggi, come allora, può diventare grande se messa nelle condizioni di crescere” sottolinea il neopresidente.
Le linee programmatiche individuano cinque pilastri strategici. Finanza, intesa come prima politica industriale: maggiore cultura finanziaria, accesso al credito, utilizzo di strumenti alternativi e rafforzamento della capitalizzazione delle imprese, con la Fiera dei Fondi come momento strutturale di incontro tra PMI e capitale. Innovazione, con un focus sull’intelligenza artificiale come nuova alfabetizzazione industriale. L’AI viene concepita non come tecnologia per pochi, ma come strumento diffuso, capace di aumentare produttività, efficienza e competitività delle imprese, anche attraverso strumenti pratici come la Mappa della Crescita e il Mappabot. Internazionalizzazione, intesa come leva indispensabile di sviluppo. Esportare, sottolinea Musso, significa soprattutto saper negoziare: per questo le PMI devono acquisire competenze culturali e strategiche per affrontare mercati complessi e globali. Leadership, perché la crescita delle imprese passa dalla crescita degli imprenditori. Metodo, responsabilità, disciplina e capacità di dare l’esempio sono indicati come elementi centrali per guidare le trasformazioni in atto. Comunità, come valore distintivo della Piccola Industria torinese. Comunicazione, confronto e aggregazione sono gli strumenti per costruire una rete coesa, capace di trasformare gli interessi individuali in un interesse collettivo:
«Siamo convinti che portando avanti gli interessi di ognuno facciamo gli interessi di tutti” ha rimarcato Musso, evidenziando in chiusura “come la competitività della piccola industria non dipende soltanto da ciò che ogni impresa fa al proprio interno, ma dalla qualità delle relazioni che sa costruire intorno a sé. Questo è stato possibile allora ed è possibile adesso. Perché noi siamo la Piccola Industria di Torino. Noi siamo l’Unione Industriali di Torino. Noi siamo Confindustria».
«Negli ultimi quattro anni abbiamo pianificato con le imprese; abbiamo aperto porte alla finanza; abbiamo allenato le competenze; abbiamo abbracciato l’innovazione; abbiamo costruito ponti con le scuole; abbiamo registrato una Mappa della Crescita perché resti patrimonio comune dell’Unione e del territorio. La prossima stagione, come oramai tutte le stagioni, sarà densa di nuove sfide, l’Intelligenza artificiale è oramai in tutti i nostri discorsi e pensieri e quindi nuove sfide ci attendono, ma lasciatemi dire, con l’orgoglio di essere parte di una comunità di imprenditori che non aspetta il vento favorevole, ma mette a punto la barca, abbiamo gli strumenti e l’equipaggio per navigare qualsiasi mare. Grazie di cuore per la fiducia. Continuiamo, insieme, a costruire la crescita» ha sottolineato nel suo intervento il presidente uscente Filippo Sertorio.



