lineaitaliapiemonte.it - 09 dicembre 2025, 09:29

Torino è tra le "Compassionate Cities", sotto la Mole la salute pubblica passa dal coinvolgimento della società

Torino, insieme a Fondazione FARO, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e Regione Piemonte, presenta il progetto di salute pubblica che promuove un nuovo modo di pensare alla comunità e alla cura delle persone, con particolare attenzione alla gestione delle fragilità

Torino è tra le "Compassionate Cities", sotto la Mole la salute pubblica passa dal coinvolgimento della società

Torino è la prima grande città in Italia a sposare questa iniziativa: il percorso è stato avviato, tra le altre, da Reggio Emilia e Lodi. In Europa fanno già parte della rete delle Compassionate Cities realtà come Bruges, Vic, Colonia, Berna, Birmingham

Torino ha ottenuto il riconoscimento di Compassionate City da parte del Public Health Palliative Care International (PHPCI), ente sovranazionale che promuove a livello globale politiche di salute pubblica orientate alla cura comunitaria.

Il progetto nasce da una proposta avanzata alla Città da parte di Fondazione Faro, insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di avviare il lavoro necessario per individuare e realizzare interventi culturali e sociali in grado di offrire risposte più efficaci alle diverse forme di fragilità che le persone sperimentano.

Anche la Regione Piemonte ha confermato la propria partecipazione nella consapevolezza che una struttura di rete più ampia e diffusa rappresenti un elemento essenziale per garantire l’efficacia.

Le Compassionate Cities, evoluzione del modello delle Healthy Cities promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresentano un approccio di salute pubblica che incoraggia la partecipazione della comunità nella cura delle persone, ampliando e ridefinendo le responsabilità collettive degli abitanti e coinvolgendo le istituzioni affinché garantiscano le condizioni all’interno delle quali il cambiamento possa verificarsi.

Non si tratta, come è stato precisato, di delegare ulteriormente il lavoro di cura alle famiglie, già oggi sostenuto in larga parte dalle donne. Al contrario, il modello propone una nuova visione della comunità e della cura: una città in cui ogni cittadino sappia a chi rivolgersi quando vive una condizione di fragilità e possa contare su una rete di servizi, solidarietà e aiuto.

Prima fase

Per raggiungere questo obiettivo la prima fase operativa richiede di mappare tutte le iniziative esistenti su un dato bisogno (nel settore pubblico e nel Terzo Settore), metterle in rete, dare loro visibilità, individuare le aree scoperte e progettare soluzioni integrative.

Così che, ad esempio, di fronte a un’esperienza di lutto, le persone potranno sapere dove trovare supporto e ricevere un accompagnamento completo – psicologico, sociale e pratico – per tutto il tempo necessario a riorientare la propria vita. È un progetto di lungo e ampio respiro e in continua evoluzione che richiederà un costante aggiornamento anche dei bisogni che scaturiscono sul territorio.

I risultati del piano di attuazione saranno misurati attraverso una valutazione dell’impatto sociale di ogni azione intrapresa e dell’avanzamento del progetto: Torino Social Impact affianca il percorso assumendosi il compito di monitorare i processi.

Hanno già aderito al progetto la l’ASL Città di Torino, Camera di commercio di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, e l’Università degli Studi di Torino. Sono inoltre in corso contatti con altri soggetti interessati per ampliare e potenziare l’estensione delle azioni previste.

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