lineaitaliapiemonte.it - 27 novembre 2025, 09:16

Licenziamenti alla Magneti Marelli, a casa sessanta lavoratori della somministrazione

NIdil CGIL Torino: «Lavoratori interinali considerati merce da utilizzare e licenziati quando non servono più, senza nessuna programmazione o rispetto per queste persone»

Licenziamenti alla Magneti Marelli, a casa sessanta lavoratori della somministrazione

TORINO - Magneti Marelli, impiegata nella distribuzione di ricambi e componenti per auto, ha deciso di lasciare a casa, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, 60 addetti impiegati in somministrazione. Interruzioni che raggiungono quota 100 se si aggiungono quelle dello scorso anno.

Forza lavoro in somministrazione che ha garantito continuità produttiva e professionalità. Passati pochi giorni dall’interruzione della collaborazione per 60 lavoratori, l’azienda ha richiesto alle Agenzie per il lavoro presenti nuova addetti. Come denunciano le RSU presenti nell’azienda, questa scelta è miope dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro e inaccettabile per la considerazione che la proprietà ha dei lavoratori interinali, da utilizzare e scaricare a seconda delle necessità senza nessuna programmazione o rispetto per queste persone.

È evidente quanto questo modello industriale, fondato sulla rotazione continua e sull’instabilità programmata, non crea valore, ma lo distrugge. Alimenta precarietà, indebolisce le persone e priva l’azienda stessa di quella continuità professionale che dice di voler tutelare.

Il Segretario Generale di NIdil CGIL Torino Danilo Bonucci dichiara:«Siamo nuovamente di fronte a una logica di mercato predatoria e all’ipocrisia di un’azienda che scambia flessibilità con precarietà e sfruttamento. Non è più sostenibile che, a seguito delle variazioni di mercato, si scarichino gli interinali per poi chiederne altri pochi giorni dopo. Questi meccanismi, portati avanti da aziende come la Magneti Marelli, che dovrebbero rappresentare strutture fondamentali del tessuto industriale del nostro territorio, dimostrano l’inadeguatezza dei vertici aziendali. Se si è di fronte a una ripresa di produzione, si attinga ai lavoratori che hanno acquisito professionalità negli anni scorsi, lavorando, per dare un minimo di continuità occupazionale. È ora di dire basta all’utilizzo irresponsabile e abusivo della somministrazione».

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