Una libera scelta meritevole di rispetto? Certo, il rispetto è sempre dovuto davanti alla morte e lo è anche davanti ad una scelta così radicale. Lo è davanti alla sofferenza che tale scelta ha certamente implicato, tanto più in questo caso in cui ha riguardato una doppia scelta condivisa.
Ma che grande tristezza. Anche quest'emozione, la nostra, quella di chi è ancora nel mondo dei vivi, merita rispetto.
Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus che si batte, tra le altre cose, in modo strenuo contro il diritto al suicidio, afferma: «Dopo una carriera di successi che ha rallegrato la vita di milioni di persone, l’esistenza delle gemelle Kessler non doveva finire così.
In una società davvero umana, nessuna vita dovrebbe finire così. Le gemelle Kessler si aggiungono alla lunga e triste schiera di persone indotte a uccidersi dalle leggi sul suicidio assistito prodotte da una società malata, incapace di includere e valorizzare fino in fondo ogni persona anche nelle fasi più precarie dell’esistenza, preferendo invece offrire la morte come soluzione più economica e sbrigativa.
Pro Vita & Famiglia esprime il proprio cordoglio per i familiari delle due artiste, ma lanciamo anche un allarme: raccontare il suicidio delle Kessler come una scelta di libertà è un tragico errore che spingerà verso il baratro migliaia di cittadini fragili e di loro familiari che ogni giorno combattono contro la tentazione di farla finita».
L'associazione lo scorso 4 novembre ha riempito Piazza del Popolo a Roma con 200 sedie a rotelle vuote per denunciare la deriva eutanasica e chiedere al Parlamento di non approvare alcuna legge sul suicidio medicalmente assistito.



