IVREA (TO) - Officina H di Ivrea ha ospitato l'assemblea generale di Confindustria Canavese, giornata conclusiva di un anno di eventi per festeggiare gli 80 anni dalla nascita dell’Associazione “Unione Industriale Ivrea e Canavese”, fortemente voluta da Adriano Olivetti insieme ad altri 40 imprenditori che all’uscita dalla seconda guerra mondiale incominciò a lavorare per immaginare un futuro che potesse coniugare sviluppo economico e sociale, dando vita al pensiero olivettiano, combinando innovazione e crescita aziendale a un modello unico di responsabilità sociale d’impresa.
Ed è proprio volendo coniugare i valori storici del pensiero olivettiano a una visione rivolta al futuro sviluppo del territorio che il titolo dell’assemblea è stato “Umanesimo Tecnologico”. Tecnologia e uomo oggi stanno velocemente convergendo: dall’uso degli smartphone, agli indossabili fino all’intelligenza artificiale e alla robotica umana si viaggia a grande velocità verso la creazione di un ecosistema all’interno del quale diventa sempre più difficile distinguere dove finisce la tecnologia e dove inizia l’essere umano.
I saluti del presidente del Consiglio
A rendere ancora più significativa questa Assemblea è stata l’apertura dei lavori da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, attraverso una lettera con la quale ha portato i suoi auguri per gli 80 anni dell’Associazione e nella quale ha sottolineato l'importanza dell'eredità di Adriano Olivetti le cui idee, ha detto, «hanno permeato e plasmato il nostro tessuto industriale e lo hanno reso quello che è, ovvero un tessuto produttivo e imprenditoriale che si fonda su due pilastri: il profitto e il valore sociale».
La relazione del presidente Conta
Nel corso della sua relazione, durante la quale ha ripercorso le origini e le motivazioni alla base della nascita dell’Associazione, il presidente Paolo Conta ha voluto lanciare una proposta concreta, ovvero proporre Ivrea e il Canavese come luogo privilegiato per avviare un processo di reinterpretazione moderna del pensiero olivettiano.
«Abbiamo bisogno di attori, che credano nella nostra proposta e contribuiscano a coltivarla e farla crescere ad attenzione nazionale, nella convinzione che abbia gli elementi per diventare un caso virtuoso, un seme da far attecchire in altri territori», ha spiegato Conta rivolgendosi al pubblico in sala.
Ha illustrato come questo concetto sia basato su una riflessione avviata con la Luiss Libera Università degli Studi Sociali che ha trovato espressione in una pubblicazione consegnata ai presenti dal titolo “Dai territori al valore globale”.
Secondo Conta, cioè, Ivrea e il Canavese possono diventare un laboratorio di innovazione, cultura d’impresa e responsabilità sociale, un modello aperto, dinamico, moderno, capace di far convergere domini di competenza tra loro apparentemente lontani (tecnologia, sociologia, giurisprudenza, filosofia ed etica) generando opportunità di sviluppo industriale in tre campi principali: sicurezza sul lavoro, silver economy, sport e benessere, perfetta espressione di Umanesimo Tecnologico.
Ospite dell’assemblea il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha voluto portare personalmente i suoi saluti e celebrare l’importante traguardo degli 80 anni, sottolineando l’importanza dell’evento e il valore del legame tra il territorio canavesano e la rappresentanza nazionale.
Le tavole rotonde
Il programma è proseguito con una prima tavola rotonda dal titolo “Innovare rende competitivi” alla quale, moderati dalla giornalista del Sole 24 Ore Filomena Greco, hanno partecipato Lucia Aleotti (Vicepresidente Confindustria con delega al Centro Studi e membro del Consiglio di Presidenza Farmindustria), Elena Maria Baralis (Prorettore del Politecnico di Torino) e Francesco Caio (Chairman Caio Digital Partners, già AD di Omnitel). Il dibattito ha affrontato il tema dell’innovazione come leva strategica per la competitività delle imprese italiane, con particolare attenzione al ruolo della ricerca, della formazione e della trasformazione digitale.
Molto apprezzato il contributo di Guido Saracco, Curatore di Biennale della Tecnologia e Prometeo Tech Cultures, dal titolo “Rimanere umani insieme agli algoritimi” attraverso il quale ha spiegato quanto con l’intelligenza artificiale i tradizionali processi cognitivi e formativi umani vengano messi in discussione. Sta a noi decidere quale immagine essa rifletterà, se quella di una nostra spalla per una vita intera, che realizzi un connubio etico ed equilibrato tra umano e digitale, o quella di un dominatore che giorno dopo giorno annichilisce la nostra volontà e spirito di intrapresa cibandosi di tutto quella che siamo e desideriamo.
A seguire si è svolta una seconda tavola rotonda che ha visto confrontarsi altri tre illustri relatori: Paolo Boccardelli (Rettore Libera Università Internazionale degli Studi Sociali LUISS), Antonio Calegari ( Direttore dell’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale per l’Industria - AI4I) e Paola Rusconi (Senior Director Coordinamento Marketing e Business Development Imprese, Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo). Il titolo del Panel “Parlare con l’Intelligenza Artificiale” indicava con precisione il cuore del confronto ovvero il rapporto sempre più stretto tra uomo e tecnologia nell’era digitale e una riflessione su come sia possibile mantenere viva la centralità della persona in un mondo sempre più automatizzato.





