lineaitaliapiemonte.it | 30 settembre 2025, 13:20

Sprechi alimentari, ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura

Frutta e verdura rappresentano più della metà degli sprechi. Entro il 2033 i dati potrebbero peggiorare. Coldiretti: «occorre incentivare consumo di cibo locale»

Sprechi alimentari, ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura

TORINO - Ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, di cui oltre un miliardo viene gettato tra le mura domestiche. Un fenomeno inaccettabile dal punto di vista economico e ambientale, oltre che da quello etico, considerato che questa quantità di prodotto basterebbe per sfamare 1,26 miliardi di persone.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su elaborazioni del Centro Studi Divulga diffuse in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari.

Frutta e verdura rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali, che sono l’alimento più consumato al mondo, coprono il 23% del complessivo. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l’8% degli sprechi in volume ma con un’incidenza in valore pari a un terzo del totale.

Se non assisteremo ad un reale cambio di passo, secondo il Centro Studi Divulga, entro il 2033 i dati potrebbero peggiorare con una perdita aggiuntiva di cibo quantificabile in 230 milioni di tonnellate in più di cibo sprecato rispetto al periodo attuale. 

«L’obiettivo deve essere quello di rafforzare una rete globale capace di promuovere sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale, valorizzando la filiera corta, sostenendo l’agricoltura familiare, incentivando il consumo di cibo locale» spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

«Un’opportunità peraltro favorita della più grande rete europea, quella di Campagna Amica, che in Piemonte conta circa 800 aziende agricole che fanno vendita diretta, 300 agriturismi, 250 fattorie didattiche, un centinaio di mercati, 3 mercati coperti, 30 cuochi contadini e 25 maestri dell’ospitalità contadina, oltre 40 sigilli e 600 pratiche di agricoltura sociale».