TORINO - Nel I semestre del 2025 il Piemonte ha registrato un valore delle merci esportate pari a 30,5 miliardi di euro, dato in calo del 2,5% rispetto all’analogo periodo del 2024. Il risultato evidenziato nella prima parte del 2025 è stato il frutto di una contrazione del 3,5% segnata già nel primo trimestre, seguita da una diminuzione un po’ meno intensa delle vendite oltre confine registrata nel periodo aprile giugno 2025 (-1,4%). Nello stesso periodo il valore delle merci importate è stato pari a 23,8 miliardi di euro, lo 0,7% in più rispetto al semestre gennaio-giugno 2024, portando il saldo della bilancia commerciale a +6,7 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai 7,7 dell’anno prima.
«Le esportazioni del Piemonte nel primo semestre del 2025 hanno registrato un calo del 2,5%, principalmente a causa delle flessioni nei settori chiave come i mezzi di trasporto e la meccanica. Questo risultato, unito alle incertezze geopolitiche, dimostra quanto sia cruciale sostenere le nostre imprese in questa fase complessa. Il compito delle istituzioni, tra cui le Camere di commercio, è proprio quello di agire strategicamente per invertire la rotta. Dobbiamo concentrarci su politiche di internazionalizzazione e investire in progetti innovativi e ad alto contenuto tecnologico, che rispettino l'ambiente. Solo così potremo valorizzare i nostri punti di forza, come l'agroalimentare e il settore dei metalli che registrano una crescita significativa, e garantire una ripresa solida e duratura per l'economia piemontese» ha commentato Gian Paolo Coscia, Presidente di Unioncamere Piemonte.
L'export in numeri
A livello nazionale, nel I semestre del 2025 l’export in valore ha mostrato una crescita del 2,1% su base annua, sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: aumentano le vendite all’estero per il Centro (+10,7%) e, in misura più contenuta, per il Nord-ovest (+1,5%), mentre si rilevano una lieve riduzione per il Nord-est (-0,5%) e più ampie flessioni per il Sud (-6,6%) e le Isole (-13,3%).
In questo contesto, Lazio, Toscana e Lombardia forniscono gli impulsi positivi maggiori alla crescita tendenziale dell’export nazionale; all’opposto, Campania, Piemonte, Sicilia e Sardegna forniscono i contributi negativi più ampi.
L'analisi dell'export regionale per i primi sei mesi del 2025 conferma la gerarchia consolidata, con la Lombardia in testa (26,2% del totale nazionale), seguita da Emilia-Romagna (13,1%), Veneto (12,4%), Toscana (10,8%) e Piemonte (9,5%).
Sul fronte delle dinamiche emerge però un quadro eterogeneo. Mentre Toscana (+11,8%) e Lombardia (+2,8%) mostrano un'espansione, le altre principali regioni esportatrici evidenziano una tendenza negativa. Si registrano infatti flessioni per Emilia-Romagna (-1,4%) e Veneto (-1,3%), ma è il Piemonte a segnare il calo più accentuato (-2,5%).
Va tuttavia precisato come la contrazione piemontese non abbia interessato però tutti i comparti produttivi e le realtà territoriali.
Pur confermandosi quale primo settore dell'export piemontese anche nel primo semestre 2025, il comparto dei mezzi di trasporto attraversa una profonda fase di difficoltà strutturale. La performance complessiva è segnata da una contrazione a doppia cifra (-11,0%), che ne riduce il peso sul totale regionale dal 23,2% del I semestre 2024 al 21,2% attuale. Tale risultato nasconde, tuttavia, dinamiche interne differenziate: il calo è infatti in gran parte riconducibile al crollo delle vendite di autoveicoli (-24,4%), a fronte di una sostanziale tenuta della componentistica (+0,6%) e di una modesta flessione del settore aerospaziale (-1,0%).
La debolezza del quadro congiunturale piemontese, già emersa nel settore dei trasporti, trova conferma nel comparto della meccanica. Pur essendo il secondo settore per incidenza sull'export regionale (17,2%), accusa anch'esso una pesante flessione dell'8,1% rispetto al primo semestre 2024.
A bilanciare questo scenario negativo è tuttavia la notevole performance dei prodotti alimentari e delle bevande. Con una quota del 13,7%, il settore non solo si posiziona al terzo posto, ma prosegue il trend positivo già visto nei mesi precedenti, segnando una crescita dell'1,4%. Ancor più significativo è lo sviluppo del comparto dei metalli, che registra un balzo del 10,5%. Più contenuta, ma comunque positiva, la crescita del tessile (+0,9%, quarto settore con il 7,8%), mentre continuano a soffrire i comparti della chimica (-0,9%) e della gomma-plastica (-4,0%).
L'analisi dell'export piemontese nel primo semestre 2025 per mercato di destinazione mostra un andamento a due velocità. Da un lato, le esportazioni verso i mercati dell'Unione Europea (UE-27), che rappresentano il 61,7% del totale, si mantengono sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente (-0,2%). Dall'altro, le vendite destinate ai Paesi extra-UE27 (pari al 38,3% del totale) subiscono una profonda battuta d'arresto, con una contrazione del 5,9%.
Nel dettaglio dei singoli Paesi comunitari, Francia e Germania rappresentano anche nel I semestre 2025 i principali mercati di destinazione delle merci piemontesi, generando rispettivamente il 15,3% e 13,7% del valore delle esportazioni regionali. In entrambi i casi il confronto con il I semestre 2024 restituisce segnali negativi: il volume d’affari generato dalle vendite in Francia è, infatti, diminuito su base annua del 2,4%, a fronte del calo dell’1,0% sofferto da quelle dirette in Germania. La Spagna, terzo mercato di riferimento all’interno dei confini comunitari, ha registrato una progressione dell’8,1%, mentre le vendite dirette in Polonia hanno sofferto un calo di intensità prossima a quello registrato a livello complessivo regionale (-2,4%).
Tra gli altri Paesi si segnalano le buone performance messe a segno dalle vendite piemontesi in Belgio (+5,3%), Cechia (+1,8%) e Svezia (+4,4%).
Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue-27, gli Stati Uniti confermano la propria leadership, generando il 7,5% dell’export regionale, seguiti da Svizzera (4,6%) e Regno Unito (3,7%). La dinamica esibita nei primi sei mesi del 2025 è risultata positiva in Svizzera (+50,4%), dove il forte incremento di vendite di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi ha trainato verso l’alto il risultato complessivo, mentre il valore delle esportazioni dirette ai partner statunitense e britannico è risultato in calo (rispettivamente -11,8% e -12,5%). La Cina ha originato il 2,5% delle vendite piemontesi oltre confine, scontando un importante calo su base annua (-12,5%). Tra gli altri principali partner commerciali situati al di fuori dei confini comunitari prevale il segno negativo, con il Brasile e gli Emirati Arabi Uniti a rappresentare isolate eccezioni.
Il calo registrato a livello complessivo regionale è frutto di andamenti territoriali fortemente eterogenei. Cinque realtà provinciali su otto scontano contrazioni dei valori delle merci esportate: tra queste, fanalini di coda sono il Verbano C.O. (-8,2%) e Cuneo (-7,9%), con flessioni prossime agli otto punti percentuale.
Il volume d'affari generato dalle vendite oltre confine di prodotti astigiani è arretrato del 6,8% rispetto al I semestre 2024, mentre Torino (-4,8%) e Biella (-4,5%) soffrono diminuzioni prossime ai cinque punti.
Appaiono, invece, in espansione le vendite all’estero delle province di Alessandria (+4,7%), Vercelli (+4,8%) e soprattutto Novara, che realizza un aumento dell’8,0%. Quanto al contributo fornito, Torino si conferma la principale provincia esportatrice , con una quota del 43,1%, seguita da Cuneo (16,4%), Alessandria (12,9%) e Novara (11,8%).