lineaitaliapiemonte.it - 15 luglio 2025, 10:24

Dazi Usa al 30%, duro colpo per il vino e l'agroalimentare piemontese

Per Coldiretti occorre trovare un accordo e mettere fine all'incertezza. «Sarebbe un colpo durissimo alla nostra economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di più»

Dazi Usa al 30%, duro colpo per il vino e l'agroalimentare piemontese

TORINO - I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all’agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro.

È quanto emerge da una stima Coldiretti, effettuata sulla base dell’impatto per le filiere nazionali già sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti.

Il tema dei dazi, insieme ad altre varie questioni, è stato affrontato nella riunione della Consulta vitivinicola di Coldiretti Piemonte, presieduta da Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo.

«Con il dazio al 30%, le tariffe aggiuntive per i vini arriverebbero al 35%» spiega Monica Monticone, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore vitivinicolo. «Sarebbe un colpo durissimo alla nostra economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di più» oltre ad alimentare il fenomeno dell'italian sounding».

«Purtroppo non possiamo che constatare, laddove dovessero essere confermati i dazi il 1 agosto, il totale fallimento della politica esercitata dalla Von der Leyen a danno dei settori produttivi. La Presidente deve spendersi per una soluzione vera, come non ha ancora fatto. In un momento delicatissimo per gli equilibri geopolitici ed economici globali, colpisce la totale assenza di coraggio e di visione strategica da parte dell’Europa. Mentre il mondo si riarma, le filiere si ricompongono e le grandi potenze investono nel rafforzamento della propria sovranità alimentare ed energetica, Bruxelles pensa a tagliare risorse proprio ai settori produttivi più strategici come l’agricoltura» concludono Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale

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