TORINO - «La salute dei lavoratori è e deve restare la priorità assoluta. Nessuno meglio di noi artigiani, che lavoriamo ogni giorno fianco a fianco con i nostri dipendenti, conosce le difficoltà di chi opera sotto il sole cocente o in condizioni climatiche difficili. Per questo, misure di tutela come lo stop ai cantieri nelle ore più calde sono comprensibili e condivisibili. Tuttavia, occorre considerare che questo blocco tra le 12.30 e le 16 avrà un impatto importante sulle nostre imprese, generando costi, rallentamenti e complicazioni nella gestione delle commesse».
Confartigianato Imprese Torino commenta l’ordinanza della Regione Piemonte che, in ragione delle ondate di calore previste per i prossimi giorni, impone lo stop ai lavori per chi è esposto al sole nelle ore più calde della giornata, aggiungendo però una riflessione sull’esigenza di affrontare il tema dell’impatto degli eventi climatici estremi su lavoratori e imprese in modo strutturato e condiviso.
«In tale prospettiva – spiega Dino De Santis Presidente di Confartigianato Imprese Torino – la recente sottoscrizione del Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro rappresenta un chiaro indirizzo circa la centralità della contrattazione collettiva .anche su questo che è solo uno degli aspetti di un fenomeno più ampio che richiede strumenti di gestione calibrati sulle specificità dei diversi settori produttivi».
«La misura- continua De Santis,- risponde alla necessità reale, urgente e pienamente condivisibile di tutelare la salute delle persone esposte al rischio di colpo di calore. Tuttavia, un blocco rigido degli orari rischia di penalizzare le piccole imprese, che già oggi fanno i conti con ritmi serrati, scadenze contrattuali, costi crescenti per il noleggio attrezzatture e una cronica carenza di manodopera. In molti casi, le imprese adottano già autonomamente accorgimenti per lavorare in sicurezza: orari flessibili, idratazione continua, pause supplementari, zone d’ombra nei cantieri».
Serve, quindi in fase applicativa un approccio duttile che lasci margine di adattamento alle specifiche situazioni operative e tenga conto delle misure alternative adottate dai datori di lavoro.
«Non tutti i cantieri sono uguali – conclude De Santis – né per esposizione al sole, né per tipologia di lavorazioni. E’ importante che venga lasciata la possibilità alle imprese di organizzare il lavoro in modo flessibile, soprattutto nei casi in cui esistano condizioni alternative più sicure».