Il Retablo e le altre opere sono stati individuati, grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa, in provincia di Novara, dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri della locale territoriale. Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.
Gli accertamenti svolti in perfetta sinergia tra i Carabinieri del TPC e il dipartimento della polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas - Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, è stato possibile confermare l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi, l’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.
Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies C.P.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.
La cerimonia di restituzione dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche si è svolta ai Musei Reali di Torino nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale. L’evento si è svolto alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Gen. D. Francesco GARGARO, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Dott. Giovanni BOMBARDIERI e di Verbania, Dott. Alessandro PEPÈ, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert DE LEÓN, del Generale Alfonso LÓPEZ MALO, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna D. Álvaro TREJO GABRIEL Y GALÁN.
Il Generale Francesco Gargaro, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha sottolineato che : “Rubare un'opera d'arte è rubare un pezzo di identità”.
Il Procuratore Giovanni Bombardieri ha osservato che l'operazione “segna l'importanza della cooperazione fra polizie giudiziarie che è fondamentale per il contrasto a ogni forma di illegalità”.
Il Procuratore di Verbania, sotto la cui competenza si trova la villa nella quale sono state trovate le opere, ha ribadito che “questa vicenda va oltre le opere che oggi restituiamo perché questi fatti si inseriscono un fenomeno particolarmente vasto, quello del traffico illecito di beni culturali che è molto più vasto di quello che si può credere di cui le conseguenze sono ancora sottovalutate. In questo caso l’Italia è paese di destinazione ma troppe volte è il paese ponte, cioè quello del quale partono i trafugamenti”.