lineaitaliapiemonte.it - 26 maggio 2025, 11:16

Una PMI su due pronta ad assumere ma manca il personale con le competenze

La preoccupazione di CNA Piemonte: «serve un investimento forte nella formazione professionale, nell’orientamento scolastico e in politiche attive per il lavoro che aiutino davvero l’incontro tra domanda e offerta» dice il presidente regionale Giovanni Genovesio

Una PMI su due pronta ad assumere ma manca il personale con le competenze

Una piccola impresa su due in Piemonte vorrebbe assumere nella seconda metà del 2025, ma si scontra con una difficoltà sempre più marcata: la mancanza di figure professionali adeguate. È quanto emerge dall’indagine condotta da CNA nazionale e confermata dai dati raccolti anche sul territorio piemontese. A evidenziare la criticità è l’Area Studi e Ricerche di CNA, che ha coinvolto un campione rappresentativo di oltre 2mila imprese artigiane, micro e piccole, rispecchiando la struttura produttiva del nostro Paese e, nello specifico, anche quella del tessuto imprenditoriale del Piemonte.

La congiuntura non ferma la voglia di assumere

Nonostante un rallentamento della crescita economica rispetto agli anni post-pandemia, la voglia di assumere non diminuisce. Anche in Piemonte, come nel resto d’Italia, le intenzioni di rafforzare gli organici non sembrano essere influenzate dal contesto macroeconomico. A testimoniarlo è il fatto che il 50,8% delle imprese intende fare nuove assunzioni, in linea con quanto rilevato nel 2021, in piena ripresa post-Covid. 

Edilizia, manifattura e servizi trainano la domanda di lavoro

Nel dettaglio, i settori piemontesi che esprimono la maggiore volontà di assumere sono:
• Costruzioni: il 57,5% delle imprese del comparto, specialmente nei lavori edili e negli impianti, è alla ricerca di manodopera. Figure come installatori termoidraulici, elettricisti, muratori e capi cantiere sono tra le più richieste.
• Manifattura: qui la domanda si concentra soprattutto nella meccanica e nel sistema moda, due pilastri della manifattura piemontese. Il 56% delle imprese meccaniche e il 52,8% di quelle della moda cercano personale. Servono tecnici specializzati, addetti alla produzione, falegnami e operai esperti.
• Servizi: anche se leggermente sotto la media (45,6%), settori come ristorazione, trasporti, logistica e autoriparazioni spingono la domanda. Cuochi, camerieri, autisti, meccatronici e acconciatori sono tra i profili più ricercati.

Un mismatch che pesa sull’occupazione 

Il vero ostacolo non è la volontà di assumere, ma l’impossibilità di trovare candidati con competenze adeguate. In Piemonte, come nel resto del Paese, una piccola impresa su tre non ha trovato alcun candidato idoneo. E non è questione (solo) di salario: appena il 7,7% delle imprese segnala richieste economiche troppo elevate. Il nodo principale è la carenza di competenze tecniche e pratiche, specie nelle professioni manuali e specialistiche. Dati confermati anche dall’ultimo rilievo di Unioncamere Piemonte che nella sua analisi sulle previsioni occupazionali di maggio certifica come siano difficili da recuperare il 49% delle figure professionali da inserire in azienda con medie persino superiori alla media nazionale. In Piemonte tra i diversi gruppi professionali, le difficoltà di reperimento si confermano maggiori per operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (7.850 lavoratori previsti in entrata, il 63,5% dei quali di difficile reperimento) e dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici (5.780 ingressi, con una difficoltà media di reperimento del 51,3%). Nel primo insieme le criticità maggiori sono legate alla ricerca di operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche, prevista difficoltosa nell’85,5% delle 310 assunzioni programmate.

Il passaparola batte agenzie e centri per l’impiego

Il canale di ricerca più usato rimane ancora il passaparola, scelto dal 42,1% delle imprese piemontesi. Seguono le agenzie per il lavoro (21,5%) e gli annunci online (15,1%). Pochissime imprese si rivolgono ai centri per l’impiego (6,8%) o agli istituti formativi (10,7%). Un dato che evidenzia la necessità urgente di rafforzare l’orientamento scuola-lavoro e creare sinergie più efficaci tra mondo della formazione e impresa.

Contratti stabili, non precari

Un altro elemento chiaro: le imprese piemontesi vogliono stabilità nei rapporti di lavoro. Il 34,6% punta a contratti a tempo indeterminato, mentre il 21,5% preferisce formule di inserimento come l’apprendistato. Solo una minima parte opta per contratti a termine o altre soluzioni temporanee.

CNA Piemonte: “Servono politiche attive e formazione mirata”

«Il nostro tessuto imprenditoriale è pronto ad assumere, ma ha bisogno di risposte concrete. «serve un investimento forte nella formazione professionale, nell’orientamento scolastico e in politiche attive per il lavoro che aiutino davvero l’incontro tra domanda e offerta». Le imprese ci sono, il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori formati. Non possiamo permetterci di lasciare questo potenziale inespresso» commentano il presidente Giovanni Genovesio e il Segretario Delio Zanzottera

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