TORINO - La produzione di miele in Piemonte sta vivendo una grave crisi, con un calo di produzione del 200% negli ultimi dieci anni e soffre in particolare per le conseguenze dei mutamenti climatici, dell’acaro-parassita varroa destructor, dell’agricoltura intensiva e della concorrenza di prodotti extraeuropei.
Lo hanno riferito, in terza Commissione consiliare il presidente e il vicepresidente della cooperativa fossanese Piemonte Miele Davide Colombo e Riccardo Polide, realtà che conta 470 aziende associate.
È stato chiesto di sostenere la dichiarazione ufficiale dello stato di crisi del settore e di creare un gruppo di lavoro che affronti gli aspetti scientifici per contrastare l’acaro e difendere le produzioni italiane, coinvolgendo anche la grande distribuzione, e una diversa ripartizione dei fondi destinati al comparto produttivo.
I rappresentanti di Piemonte Miele hanno inoltre richiamato il loro Manifesto per il futuro dell’apicoltura, redatto nel 2024 per coinvolgere cittadini, istituzioni, scuole, aziende e organizzazioni di settori diversi per proteggere gli impollinatori e promuovere un cambiamento fattivo nella tutela della biodiversità e dell’ambiente, con particolare attenzione al ruolo dell’apicoltore.
A margine della seduta il presidente Sacchetto ha dichiarato «la disponibilità della Commissione a valutare l’adesione al Manifesto e ad approfondire le problematiche del settore, estendendole anche alla Giunta regionale».