lineaitaliapiemonte.it - 01 maggio 2025, 17:19

L'operaia e delegata Fiom Maria Mancuso Maestra del Lavoro: “E' un modo per dare valore a chi è operaio da trent'anni”

Tra coloro che oggi hanno ricevuto dalle mani del Prefetto di Torino il riconoscimento di Maestro del Lavoro, con la consegna della Stella al Merito del Lavoro, c'è l'operaia Maria Mancuso, delegata Fiom alla ICSA di San Benigno Canavese: “E' un modo per dare valore a tutte le persone entrate come me da operaie e che oggi, a distanza di trent'anni, sono ancora operaie ma hanno contribuito allo sviluppo dell'azienda e ai progressi che sono stati fatti”. Soddisfazione della Fiom Cgil, il segretario Edi Lazzi: “Orgoglioso per questo riconoscimento dato a un’operaia, a chi svolge un lavoro manuale, soprattutto in un periodo storico in cui il lavoro è svilito, negato, finanche cancellato”

L'operaia e delegata Fiom Maria Mancuso Maestra del Lavoro: “E' un modo per dare valore a chi è operaio da trent'anni”

Dedico questo riconoscimento a tutti i miei colleghi”, Così Maria Mancuso, operaia e delegata Fiom alla ICSA di San Benigno Canavese, è stata insignita Maestra del Lavoro, con la consegna della Stella al Merito del Lavoro.

La cerimonia, di conferimento delle onorificenze, attribuite con decreto del Presidente della Repubblica ai nuovi Maestri del Lavoro del Piemonte, per singoli meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale, si è svolta in concomitanza con la Festa del lavoro del Primo Maggio presso il Conservatorio di Torino ed è stata presieduta dal Prefetto Donato Cafagna alla presenza delle massime Autorità del Piemonte.

Maria Mancuso, che non ha mancato di dedicare l'onorificenza ai suoi colleghi, ha sottolineato come sia un modo “per dare valore a tutte le persone entrate come me da operaie e che oggi, a distanza di trent'anni, sono ancora operaie ma hanno contribuito allo sviluppo dell'azienda e ai progressi che sono stati fatti”.

La Fiom di Torino, di cui la Mancuso è delegata, esprime grande soddisfazione per il riconoscimento: “Non una persona che si sia distinta per una folgorante progressione verticale di carriera, ma una persona che, all’opposto, si è sacrificata coscientemente per dedicarsi totalmente al prossimo nei contesti lavorativi e sindacali. In Italia manca da tempo l’attitudine a rilevare, valutare e premiare anche gli avanzamenti “orizzontali” di carriera. La signora Mancuso con un approccio sempre schietto, leale e trasparente si è imposta in azienda come autorevole riferimento sindacale, capace di prendere decisioni difficili e di assumersi grandi responsabilità senza mai temere le conseguenze possibili. Ha sempre mostrato grande sensibilità nei confronti di qualsiasi interlocutore mantenendo sempre alta l’attenzione sui diritti e sulle potenziali discriminazioni, rivelandosi anche pronta ad agire tempestivamente per correggere situazioni ritenute negative. La signora Mancuso ha sempre condiviso idee per il miglioramento della qualità di ambienti, relazioni e processi produttivi, anche svolgendo talvolta il ruolo di sentinella per le tematiche sulla sicurezza. Nel panorama italiano, dove l’ascensore sociale si è bloccato da tempo, non possiamo pensare che le più alte onoreficienze al merito vengano distribuite secondo criteri che non tengano conto dell’attuale realtà sociale ed economica del Paese. La parola “merito” va risemantizzata e non deve più essere vista come causa esclusiva del successo nella scalata apicale di enti e aziende. I meriti vanno contestualizzati nelle famiglie di origine, nelle disponibilità economiche, nell’accesso agli studi e ai mezzi di trasporto, nei rapporti interpersonali e nei contributi che una persona dà nel contesto di vita in cui si è ritrovato e da cui non è sempre possibile uscire. Per tutte queste ragioni pensiamo che la Stella al merito del lavoro assegnata alla signora Mancuso sia importante e che lei possa rappresentare un esempio per molte altre donne che si sono spese nel lavoro, come negli ambienti familiari, senza mai nemmeno pensare di poter chiedere alcun riconoscimento.

Edi Lazzi, segretario della FIOM CGIL di Torino si dichiara “orgoglioso per questo riconoscimento dato a un’operaia, a chi svolge un lavoro manuale, soprattutto in un periodo storico in cui il lavoro è svilito, negato, finanche cancellato. Un riconoscimento che, contrariamente, a suo modo, mette in luce il valore intrinseco dello stesso lavoro, inteso come espressione e realizzazione della persona. Il lavoro, soprattutto quello manuale, che contribuisce a generare ricchezza e benessere per l’intero Paese e che deve essere messo al centro delle politiche della nazione e non vituperato, come sempre più spesso accade”.

Redazione

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