TORINO - Due telefonini completi di SIM e perfettamente funzionanti. Sono stati scoperti dalla Polizia penitenziaria del carcere di Torino, nel padiglione A dove sono detenuti gli appartenenti a organizzazioni criminali quali mafia, ’ndrangheta e camorra.
Un micro-telefonino era posizionato sul tavolo della cucina comune e uno smartphone nascosto addosso a un detenuto. Insieme ai dispositivi sono stati anche rinvenuti i cavi di alimentazione e i caricabatterie utilizzati per la ricarica, segno evidente del loro utilizzo attivo all’interno della sezione.
«La Polizia penitenziaria continua ad adempiere ai propri doveri con grande senso del sacrificio – dichiara Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP – ma la situazione nel carcere di Torino, come in molti altri istituti penitenziari italiani, è ormai in completo disfacimento».
«Ancora oggi, contrariamente alle disposizioni ministeriali, i detenuti più pericolosi risultano di fatto “aperti”, liberi di circolare all’interno delle sezioni detentive, di movimentare oggetti e di interagire tra loro e nei confronti degli altri detenuti di media sicurezza o 'comuni', senza la possibilità di un controllo effettivo e costante, in ragione della pessima gestione delle risorse organiche e di una politica penitenziaria fatta solo di promesse non realizzate».