Cronaca | 04 aprile 2025, 13:14

Carta di qualità dei servizi per musei, biblioteche e archivi della Chiesa

Regione ecclesiastica piemontese e Regione Piemonte avviano un laboratorio per accrescere l’accessibilità e la forza comunicativa del patrimonio culturale religioso

Carta di qualità dei servizi per musei, biblioteche e archivi della Chiesa

Un salto di qualità per i musei, le biblioteche e gli archivi del ricco patrimonio ecclesiastico piemontese. Regione ecclesiastica piemontese e Regione Piemonte all’interno dell’accordo quadro (2024-2026) “Beni culturali, Comunità patrimoniali e Territori” hanno avviato un laboratorio per realizzare la Carta della qualità dei servizi. Il nuovo strumento mira ad accrescere l’accessibilità e la forza comunicativa di questi istituti culturali. E si inserisce nella più ampia cornice del programma Comunità educanti, elaborato dall’Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana. La Regione Piemonte investe un milione e 200 mila euro nel progetto che si impone come innovativo nel panorama nazionale.

Più trasparenza nei servizi per musei, archivi e biblioteche ecclesiastiche

La Carta della qualità dei servizi definirà lo standard di qualità per musei, archivi e biblioteche ecclesiastici (Mab). Valorizzerà il patrimonio ecclesiastico piemontese e valdostano e ne garantirà una più ampia fruizione da parte dei turisti e delle comunità di appartenenza. Permetterà agli utenti di conoscere i servizi offerti, i loro standard e le modalità di accesso. Garantendo inoltre la possibilità di fornire riscontri e segnalazioni per il miglioramento continuo. La Carta dovrà costituire un vero e proprio "patto" di servizio con il pubblico.

Un nuovo modello di accoglienza con la carta di qualità

Dopo il restauro e la valorizzazione dei beni, l’obiettivo del progetto quindi  è quello di ampliare l’offerta culturale creando un modello di accoglienza che metta al centro  le persone, gli utenti, le comunità che usano questi spazi, come coloro che ci lavorano. Perché intorno a questa rete esiste anche un mondo variegato di operatori professionisti e volontari specializzati.  “I nostri Istituti culturali mirano ad essere delle leve di comunità generativa”, osserva don Gianluca Popolla, responsabile della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta. “La Chiesa cattolica piemontese e valdostana sente questa responsabilità e desidera mettere il patrimonio culturale a disposizione della collettività. Perché si tratta di luoghi che non solo conservano ma che rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e di memoria, pilastro per il nostro futuro”. 

Una prima proposta di scheda già in aprile

Improntato ai principi di sostenibilità, sicurezza, chiarezza e inclusione, il percorso condiviso tra Consulta e Regione Piemonte si svilupperà per tappe. Con progressivi momenti di analisi sui passi compiuti.  Una prima proposta di scheda verrà presentata ai referenti Mab già in questo mese di aprile. 14 saranno i musei coinvolti in prima battuta nella sperimentazione. Che si allargherà poi agli archivi e alle biblioteche, per un totale di una quarantina di enti.

Carta di qualità, modello di valorizzazione del patrimonio culturale

"Attraverso il coordinamento e il finanziamento degli interventi e delle attività di biblioteche, archivi e musei ecclesiastici, si contribuirà al rafforzamento del ruolo che il patrimonio culturale esercita nelle comunità di riferimento. Come elemento identitario per lo sviluppo del territorio – dichiara l'assessore regionale alla Cultura, Turismo, Sport della Regione Piemonte Marina Chiarelli – Questi beni sono infatti un fattore di crescita economica e sociale. Un significativo presidio del welfare culturale”. 

Alzando lo sguardo a livello nazionale, mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e delegato della Conferenza episcopale piemontese per i beni culturali ecclesiastici, rimarca: “Il percorso intrapreso con la carta di qualità dei servizi è oggetto di grande attenzione. Viene osservato come un laboratorio di sperimentazione di rinnovate strategie per la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale ospitato nei nostri musei, archivi e biblioteche”.