Non ci siamo nel merito e non ci siamo neanche nel metodo. L'annunciato aumento della Tari, la tassa rifiuti, per 6,67 euro ogni cento euro di bolletta a partire da fine anno, coglie di sorpresa organizzazioni di categoria e sindacati e , ovviamente, scontenta tutti. E a nulla serve la spiegazione dell'assessore al bilancio del Comune di Torino, Gabriella Nardelli, secondo la quale il rincaro si rende necessario per garantire il servizio e gli equilibri di bilancio.
Gli effetti sul commercio
I primi a reagire, con una certa decisione, i commercianti. Secondo le simulazioni di Confesercenti gli effetti degli aumenti previsti sulle principali attività commerciali sono davverto importanti:ogni 100 metri quadrati, 235 euro in più per un ristorante, 118 per un bar, 135 per un negozio di generi alimentari, 37 per un negozio di generi extralimentari.
“I nostri uffici, dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, si sono limitati a fare simulazioni sulle categorie più significative, ma il rincaro colpisce tutti: dalle stazioni di servizio dei carburanti, alle edicole, ai chioschi, ai mercati. Per confrontabilità dei dati abbiamo rapportato tutti i calcoli a una superficie di 100 metri quadrati, ma è evidente che gran parte dei ristoranti hanno una superficie molto più vasta e dunque per loro la batosta è significativa: per chi già oggi paga 10.000 o 15.000 euro l’anno, anche un aumento del 6,67% è un duro colpo”.
“Si tratta, continua Banchieri, di una decisione che giunge in un momento di crisi per molte aziende del commercio e che aggiunge difficoltà a difficoltà. Tanto più che Torino vanta il non invidiabile primato di avere una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia. Da tempo sosteniamo che vada rivisto l’intero impianto tariffario: è necessario adottare il principio ‘più rifiuti produci, più paghi’, abbandonando l’attuale criterio basato sulla superficie. Inoltre, va raddoppiato il numero di rate di pagamento della tassa: bisogna passare a otto rispetto alle attuali quattro”.
Ma non è tutto perchè, come si diceva, le forti reazioni negative sono dovute anche al metodo usato: “L'aumento è stato varato senza alcun coinvolgimento delle associazioni di categoria: non è accettabile che una decisione così impattante sul commercio la si apprenda leggendo i giornali, dice Banchieri. Che infatti chiede all’amministrazione comunale l’istituzione di un tavolo di confronto finalizzato alla revisione dell’intera questione della tariffa rifiuti”.
Una misura che impatta sulle fasce deboli della popolazione
Così pure i sindacati contestano forma e sostanza e chiedono immediato confronto con l'amministrazione accusata di aver preso la decisione senza alcun confronto con le parti sociali. “Vogliamo approfondire il tema e l’impatto che questa misura avrà soprattutto sulla fasce deboli della popolazione e su lavoratori e pensionati che hanno già problemi enormi a far quadrare i loro bilanci familiari per la perdita del potere di acquisto di pensioni e stipendi. Non si può pensare di fare sempre cassa sui soliti noti” tuona il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco.
Più colpiti lavoratori e pensionati
Non da meno Federico Bellono, Segretario Generale della Cgil Torino: “Siamo consapevoli che le scelte del governo - con la legge di bilancio - hanno ridotto le risorse degli enti locali, ma non è accettabile fare cassa semplicemente aumentando le tariffe, perché chi ci rimette sono innanzitutto lavoratori e pensionati”.
Ora, ma in fretta, tutti si aspettano un confronto con le parti su un questione che, indubbiamente, tocca tutta la popolazione.