Per convinzione, per esclusione o forse solo per disperazione, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha messo una tassa d'ingresso di cinque euro per chi vuole calpestare il suolo e le acque veneziane.
Venezia, si sa, è una città non solo bellissima ma anche particolarissima, ha un delicato equilibrio , è arte allo stato puro, ha sfumature di luce e colori che non si trovano così in nessuna altra parte del mondo ed è carissima da mantenere, molto più che qualsiasi altra città.
Inoltre è letteralmente invasa da orde di turisti di cui una buona parte gode di tanta meraviglia ma non contribuisce per nulla al suo mantenimento.
Si tratta del cosiddetto turismo “mordi e fuggi”, coloro che arrivano, trascorrono la giornata, magari si portano pure i panini e l'acqua da casa.
Chiamiamolo quindi con il suo nome: è il turismo dei poveri, e forse anche ignoranti. Il quale turismo è visto genericamente come una sciagura da evitare, non certo da incoraggiare, nel caso più democratico possibile da arginare.
Eppure credo sia il caso di aver rispetto anche di questo turismo e me ne rendo conto andando a ripescare nei miei ricordi d'infanzia.
Metà anni '70, famiglia con tre figli piccoli, solo mio padre portava il pane a casa.
Andare a Venezia era una festa. Arrivavamo il giorno prima, dormivamo in qualche campeggio della costa veneta, preparavamo i panini e andavamo a visitare la città. A noi bambini la cosa che interessava di più era buttare il grano ai colombi in piazza San Marco e poi camminare tra quelle strade senza strada ma con il mare in mezzo.
Non ne capivamo nulla di arte ma per un giorno l'arte e la bellezza ci entravano dentro.
Eravamo tanti, rumorosi, sciabattanti, certo non ricchi e forse anche un po' ignoranti. Ma qualcosa restava.
Da adulti a Venezia ci siamo tornati tante volte, al posto del campeggio l'albergo, al posto dei panini il ristorante nel centro e in piazza San Marco non tiravamo più il grano ai piccioni ma andavamo a visitare il museo Correr o proseguivamo dritto per la Biennale.
Forse se non ci fossimo stati da bambini, come turisti “mordi e fuggi”, turisti poveri, poi non l'avremmo apprezzata così tanto.
Brugnaro è da capire: cerca di fare cassa per mantenere il bilancio comunale e la cifra richiesta , cinque euro, è davvero minima per quello che di fatto è un museo a cielo aperto. In più: studi evidenziano che la città potrebbe reggere fino a ventimila ingressi al giorno mentre solo nella giornata di quest'ultimo 25 Aprile sono stati 115mila.
Ma è il principio che non convince.
E, soprattutto, si gestisca e si controlli il turismo mordi e fuggi, quello di chi non ha mezzi, come si vuole.
Ma non disprezzatelo perchè non è detto che prima o poi non restituisca, con gli interessi, quanto ha ricevuto.