lineaitaliapiemonte.it - 29 settembre 2023, 17:04

In Piemonte 161mila famiglie in condizioni di povertà energetica, piccole e medie imprese costrette a tagliare ore di lavoro

Il prezzo medio del gas naturale nel 2019 era pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro/MWh (+112 %). L’energia elettrica nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, il mese scorso ha raggiunto i 112 euro/MWh (+115%). In Piemonte, l’indice della povertà energetica è dell’8,1%, equivalente a oltre 161mila famiglie ovvero 339mila persone. Dino De Santis (Presidente Confartigianato Torino): “Molte piccole imprese sono state costrette a tagliare le ore di lavoro o a rinunciare a nuove opportunità di crescita”

In Piemonte 161mila famiglie in condizioni di povertà energetica, piccole e medie imprese costrette a tagliare ore di lavoro

Sebbene la spesa delle famiglie e delle imprese per le bollette di luce e del gas sia in calo da parecchi mesi, l’incremento dei costi energetici rispetto al periodo pre-Covid rimane ancora molto elevato. Se il prezzo medio del gas naturale nel 2019 era pari a 16 euro/MWh, ad agosto di quest’anno ha toccato i 34 euro/MWh (+112%). L’energia elettrica, invece, nel 2019 costava mediamente poco più di 52 euro/MWh, il mese scorso ha raggiunto i 112 euro/MWh (+115%). Dopo i picchi raggiunti nell’agosto del 2022, i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono tornati a scendere. Oggi sono praticamente in linea con quelli che avevamo tra luglio e agosto del 2021.

Crisi energetica frena consumi e crescita

“Questa crisi energetica sta avendo ripercussioni negative sull'occupazione e sull'intera economia perché quando le piccole imprese soffrono e i posti di lavoro sono a rischio, tutto si ripercuote su famiglie e comunità in tutto il Paese frenando consumi e crescita – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – se 12 mesi fa i dubbi e i timori erano fortissimi e le aziende impreparate ad assorbire uno shock energetico così importante, oggi la situazione non è mutata ma le attività economiche hanno preso consapevolezza che con questo tema dovranno fare i conti per parecchio tempo. Infatti, continuano a incrociarsi condizioni pesantissime: la lenta uscita da una pandemia devastante, un conflitto nel cuore dell’Europa, la difficoltà di approvvigionamento energetico e la pesantissima inflazione, dovuta per altro proprio al caro energia e questo aumento esponenziale di energia, materie prime e costi in generale ha avuto come risultato che molte piccole imprese sono state costrette a tagliare le ore di lavoro o a rinunciare a nuove opportunità di crescita”.

Aziende senza energia

“Senza un accesso affidabile ed economico all'energia le realtà imprenditoriali faticheranno sempre più a sopravvivere e a crescere – continua De Santis –tuttavia, non tutto sarà perduto se riusciremo ad affrontare questa crisi in modo efficace e sostenibile”.

I dati della povertà energetica in Italia

A tutto questo dobbiamo aggiungere la povertà energetica che sta vivendo il nostro Paese. Secondo i dati della CGIA di Mestre (i dati si riferiscono al 2021) sono 2,2 milioni le famiglie italiane in povertà energetica. Stiamo parlando di 5 milioni di persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco rinfrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici (frigorifero, congelatore, lavatrice, lavastoviglie ecc). I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione.

A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 16,7% delle famiglie,  si trova in condizioni di PE. Seguono la Puglia (16,4%), il Molise (16%), la Basilicata (15%) e la Sicilia (14,6%). Le regioni, invece, meno interessate da questo fenomeno sono la Lombardia (5,3% delle famiglie totali), la Liguria (4,8 %) e, in particolar modo, le Marche (4,6%). In Piemonte, l’indice della povertà energetica è dell’8,1%, equivalente a oltre 161mila famiglie in povertà energetica ovvero 339mila persone. Il dato medio nazionale è pari all’8,5% ed è in crescita dello 0,5% rispetto al 2020.

Dati sottostimati

“Questi dati, purtroppo, preoccupano non poco, - conclude De Santis -anche perché sono certamente sottodimensionati, in quanto riferiti a prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a inizio del 2022. Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trova in povertà energetica sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi quando lavora lo fa come autonomo.”

Redazione

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