lineaitaliapiemonte.it | 13 giugno 2023, 16:53

Spei Satelles: partito il primo satellite della speranza in collaborazione con il Politecnico di Torino

La missione Spei Satelles, su impulso del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è coordinata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con il Politecnico di Torino, i cui ricercatori e studenti del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale hanno realizzato il CubeSat 3U. Il CubeSat porta all’interno il Nanobook, realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con il messaggio di speranza di papa Francesco per l’umanità che dallo spazio diventa ancora più universale

Spei Satelles: partito il primo satellite della speranza in collaborazione con il Politecnico di Torino

È partita con successo dalla base Usa di Vandenberg, California, la missione Spei Satelles, che nei prossimi giorni prevede la messa in orbita del CubeSat con il messaggio di speranza di Papa Francesco, contenuto nel Nanobook “Perché avete paura, non avete ancora fede?”.

ASI e Politecnico di Torino

A coordinare la missione Spei Satelles, su impulso del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con il Politecnico di Torino, i cui ricercatori e studenti del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale hanno realizzato il CubeSat 3U. Il CubeSat con all’interno il Nanobook, realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), sarà posizionato in orbita grazie al veicolo di trasferimento orbitale ION dell’italiana D-ORBIT che è stato lanciato con un razzo Falcon9.

Il satellite e il Nanobook sono oggetti di piccole dimensioni, ma grandi nella loro portata. Già nel nome e nel logo della Missione Spaziale evocano il desiderio di contribuire a generare speranza, ponendo un segno nel cielo affinché sulla terra vi sia più fraternità e condivisione, motori di ogni speranza possibile.

L’iniziativa è una icona del messaggio del Papa del 27 marzo 2020 che, con la Statio Orbis in Piazza S. Pietro, ha invitato il mondo a sperare.

Il progetto ha poi coinvolto l’Agenzia Spaziale Italiana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia - IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino.

Il Nanobook segno di speranza

Il satellite cuore della missione custodisce il Nanobook, con le parole del Papa, una trasmittente e un chip di memoria che invitano, simbolicamente, le persone a sperare ed agire per condividere speranza.

La Missione Spei Satelles porta nello spazio un Nanobook realizzato dall’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La microscopica lastra di silicio riporta, in un spazio infinitesimale, il testo del libro Perché avete paura? Non avete ancora fede che raccoglie le riflessioni e le immagini del Papa durante i giorni terribili della pandemia ed in particolare della Statio Orbis del 27 marzo 2020. Lanciato nello spazio, il Nanobook vuole essere un segno di speranza posto in cielo, invisibile agli occhi, ma non al cuore di chi da quei momenti vuole ripartire con slancio verso un futuro di fraternità e condivisione.

Tutti possono “salire a bordo”

Infine, la missione Spei Satelles coinvolge anche tutte le persone sulla terra che lo desiderano. Infatti, dal 27 marzo 2023, giorno dell’apertura del sito  www.speisatelles.org in centinaia da tutto il mondo hanno aderito al progetto iscrivendosi al sito ed ottenendo la simbolica boarding pass con cui ciascuno è “salito a bordo” impegnandosi a fare una azione di misericordia sulla terra. Uomini e donne, giovani e bambini.

Visto il successo e la possibilità che l’adesione possa rappresentare un efficace strumento educativo, benché il lancio sia avvenuto sarà ancora possibile iscriversi ed attraverso la stazione di controllo a terra i nomi verranno scritti a distanza sulla memoria in orbita.

Gli studenti del Politecnico di Torino

Sostenuti dalle rispettive istituzioni, esprimono emozione e soddisfazione i protagonisti sul campo della missione che hanno incontrato Papa Francesco in occasione della benedizione del satellite.

Sabrina Corpino, che ha guidato gli studenti del Politecnico che in soli 5 mesi hanno realizzato il satellite: “Dopo mesi di intenso lavoro abbiamo atteso con grande trepidazione il momento in cui Spei Satelles è arrivato sulla rampa di lancio. Dopo il lancio, i ragazzi e le ragazze che hanno sviluppato il satellite hanno realizzato che il risultato di tutto il loro impegno è arrivato davvero nello spazio e che hanno contribuito a costruire una vera e propria missione spaziale. Hanno, abbiamo, già imparato tantissimo. Tra qualche giorno inizieranno le operazioni in orbita e raccoglieremo i dati che ci consentiranno di validare il progetto, i modelli matematici e le analisi che abbiamo condotto nei nostri laboratori. Avremo l’opportunità di accrescere le nostre conoscenze sia tecniche sia scientifiche, e insieme contribuire a diffondere parole di speranza per il nostro futuro. Per ora prendiamoci un momento per fermarci e condividere la gioia di essere arrivati fino a questo passo fondamentale della missione. Per un ingegnere che lavora nel campo spaziale, il lancio in orbita di un satellite è sempre un evento emozionante. Quando sul lanciatore c’è qualcosa che tu hai costruito, diventa un’esperienza che non dimenticherai mai.”

Spei Satelles è stata ed è una meravigliosa avventura spaziale”

Don Luca Peyron che insieme al team dell’Apostolato Digitale ha coordinato gli aspetti culturali e pastorali della Missione: “Spei Satelles è stata ed è una meravigliosa avventura spaziale condivisa con i giovani e che guarda e coinvolge soprattutto loro. I giovani in senso anagrafico, ma soprattutto i giovani in senso spirituale, coloro che vogliono continuare ad essere giovani perché continuano a generare vitalità e speranza per le persone che incontrano”.

Segno di benedizione per il mondo

Infine, Mons. Lucio A. Ruiz che ha coordinato tutto il progetto per conto della Santa Sede quale Segretario del Dicastero per la Comunicazione: “Il messaggio di Papa Francesco nello Spazio è segno ed immagine di tenerezza e benedizione per il mondo. Oggi questo progetto diventa realtà grazie alle tante istituzioni e persone che hanno scelto di unirsi e fare squadra. La immensità dello spazio ci fa sognare sempre, e oggi abbiamo tutti bisogno di tornare a sognare assieme, con la speranza che torni nel mondo la così tanto implorata pace impegnandoci tutti. Colgo questa unione e questa comunione come un primo grande frutto e segno di speranza. Lavorare insieme per portare questo segno di speranza ci rende più amici, fratelli e sorelle tra noi, ‘Fratelli tutti’.

Redazione