D’ora in poi si dovrà partire dai malati. Sarà la domanda sanitaria del territorio a guidare le scelte su dimensioni e servizi degli ospedali piemontesi. A spiegare quella che si propone come una “best practice” di progettazione da affermare a livello nazionale è stato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi. Intervenuto all’assemblea dei presidenti degli Ordini dei medici delle province piemontesi, presso la sede dell’Ordine di Asti, ha illustrato i criteri alla base del “capitolato esigenziale” dei nuovi ospedali. Al centro dell’attenzione soprattutto i nosocomi di Cuneo, Savigliano (Quadrante Nord Ovest provincia di Cuneo), Torino Nord, Regina Margherita, Alessandria.
Una risposta al flusso della domanda sanitaria
«Contrariamente a quanto avveniva in passato, quando si costruivano gli ospedali e poi si decideva come utilizzarli – ha detto Icardi -, questa volta la Regione ha voluto seguire il percorso inverso, individuando le necessità, attraverso l’analisi dei flussi di mobilità passiva e attiva per tipologia di prestazioni e del reale fabbisogno sanitario del territorio, partendo dallo studio della rete erogativa esistente. È stato cioè delineato il “contenuto”, in modo da fornire ai progettisti le indicazioni per disegnare il “contenitore” dei nuovi ospedali».
Quanto ai medici, Icardi ha chiesto loro la massima collaborazione professionale sin dalle fasi progettuali della nuova rete ospedaliera. “E’ importante che le scelte sulla Sanità siano il più possibile condivise, compatibilmente con le competenze e le responsabilità di ognuno, per gestire al meglio l’assistenza sanitaria, in modo integrato tra ospedale e territorio».