lineaitaliapiemonte.it | 14 luglio 2022, 11:10

PMI, troppe incertezze: crolla la fiducia

Il neopresidente di Api Torino Cellino: “Momento difficilissimo, chiediamo la massima attenzione. Occorrono coesione e politiche industriali decise. Nell’immediato agire su cuneo fiscale ed energia”. Dopo sei mesi di buoni risultati, crolla adesso la fiducia degli imprenditori, in calo gli indici previsionali di produzione, ordini e fatturato. Saldo «ottimisti-pessimisti»: -11,7%

PMI, troppe incertezze: crolla la fiducia

“E’ evidente che stiamo vivendo un momento difficilissimo, forse più difficile di quello vissuto due anni fa con l’inizio della pandemia di Covid-19. La necessità di politiche industriali serie e concrete deve trovare risposte immediate. I numeri parlano chiaro: i risultati degli sforzi del sistema industriale del nostro territorio sono davvero a rischio”. Così Fabrizio Cellino, Presidente di API Torino, commenta i risultati della consueta indagine congiunturale di metà anno realizzata dall’Ufficio Studi dell’Associazione delle PMI. Cellino aggiunge: “Istituzioni locali e nazionali sono chiamate ad usare bene i fondi del PNRR per costruire strategie di medio e lungo periodo. Non chiediamo però l’elemosina ma strumenti di sviluppo che ci consentano di essere ancora competitivi a livello internazionale. Nell’immediato, occorre agire sul cuneo fiscale a partire dalla decontribuzione degli aumenti contrattuali. Ed è importante anche continuare l’azione sul fronte dell’energia sia con misure contingenti che sul lungo periodo”. Cellino poi sottolinea la “preoccupazione per la tenuta delle filiere produttive principali del territorio e la necessità di rafforzare ancora di più la lobby per il Piemonte”.

Le previsioni: i prossimi sei mesi del 2022

“Le previsioni per il secondo Semestre 2022 mettono in luce forte preoccupazione e incertezza da parte degli imprenditori”, spiega Fabio Schena, Responsabile dell’Ufficio Studi e Innovazione che ha condotto la rilevazione. Schena aggiunge: “Alle irrisolte criticità di approvvigionamento e di rincaro delle materie prime, e alla crescente incidenza dei costi dell’energia, sono inevitabilmente sopraggiunte le ripercussioni in termini di aumento dell’inflazione, contrazione della domanda interna e aumento dei tassi di interesse, alimentando ulteriormente le incertezze e generando forte preoccupazione per la seconda parte dell’anno”.

Diminuisce quindi ulteriormente il grado di fiducia degli imprenditori. Il saldo «ottimisti-pessimisti» è pari a -11,7%. Come già rilevato a marzo 2022, il grado di fiducia degli imprenditori segna un drastico calo, di oltre trenta punti percentuali rispetto a sei mesi fa (quando era pari al +20,6%), segno tangibile delle condizioni di estrema incertezza in cui le imprese sono costrette ad operare. Il grado di fiducia scende in modo preoccupante tra le imprese manifatturiere (saldo pari al -34,2%). Al contrario, le imprese di servizi mostrano maggiore fiducia e segnano un saldo pari a +34,5%, anche in ragione della minore incidenza dei costi di energia e materie prime.

In particolare, la produzione manifatturiera prevede una contrazione di oltre 30 punti percentuali; c’è una forte preoccupazione per tutti gli indicatori congiunturali registrati in netta contrazione rispetto ai risultati conseguiti nel precedente semestre 2021: saldo previsionale Produzione: -11,7%; saldo previsionale Ordini: -4,0%; saldo previsionale Fatturato: +4,7%.

IL CONSUNTIVO: I PRIMI SEI MESI DEL 2022

Nel primo semestre 2022 – rileva l’analisi dell’Ufficio Studi di API Torino -, l’economia torinese è riuscita a mantenere i livelli di performance conseguiti nei sei mesi precedenti, scongiurando, per adesso, il rischio di un ulteriore peggioramento. I dati relativi all’andamento delle PMI torinesi nel corso del primo semestre 2022 fanno emergere un quadro dell’economia locale decisamente più incoraggiante rispetto alle previsioni formulate negli ultimi mesi.

Produzione, ordini, fatturato

Tutti gli indicatori congiunturali si mantengono positivi, su livelli appena superiori a quelli di sei mesi fa: saldo Produzione: +20,8%; saldo Ordini: +19,5%; saldo Fatturato: +19,4%. Il mantenimento dei livelli è, tuttavia, selettivo rispetto alla classe dimensionale e alla propensione all’esportazione delle imprese. Questo emerge in maniera evidente con riferimento all’indicatore di performance «Produzione»: il saldo passa dal +10,7% (imprese «fino a 9 addetti») al +22,8% (imprese «da 10 a 49 addetti») e al +35,7% (imprese «oltre 49 addetti»).

Il saldo passa dal +31,2% (imprese non esportatrici) al +68,8% (imprese esportatrici)

Gli investimenti

Il livello degli investimenti si conferma positivo rispetto al semestre precedente: la quota di imprese che hanno realizzato nuovi investimenti cresce di 2,2 punti percentuali ed è pari al 63,0% (il 33,9% sono investimenti rilevanti). Gli strumenti agevolativi e fiscali messi a disposizione delle imprese hanno contribuito a favorire complessivamente il mantenimento degli investimenti, nell’attuale contesto, reso fortemente incerto da molteplici fattori. La propensione agli investimenti si mostra, tuttavia, maggiormente significativa e robusta nelle realtà economiche dimensionalmente più strutturate: gli investimenti realizzati riguardano il 46,9% di imprese «fino a 9 addetti» contro il 70,3% e 68,4%, rispettivamente, delle imprese «da 10 a 49 addetti» e «oltre 49 addetti».

Cassa integrazione

Il ricorso alla Cassa Integrazione si riduce ulteriormente, passando dal 18,8% del secondo Semestre 2021 al 10,2% nel primo Semestre 2022. Con riferimento al prossimo semestre, gli imprenditori stimano un impiego degli ammortizzatori sociali pari al 12%.

C.s.