Cronaca | 22 giugno 2022, 20:10

Crisi idrica. Da Uncem cinque proposte per affrontare l'emergenza

Dall’Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani una ricetta per affrontare la grave siccità. Servono anche campagne di informazione sull’utilizzo responsabile dell’acqua

La siccità stringe in una morsa tutta l’Europa. E l’Italia, con il Piemonte in testa, non fa purtroppo eccezione. Contro la crisi idrica, ecco le cinque proposte Uncem

La siccità stringe in una morsa tutta l’Europa. E l’Italia, con il Piemonte in testa, non fa purtroppo eccezione. Contro la crisi idrica, ecco le cinque proposte Uncem

 

Fiumi in secca, campi inariditi, colture dimezzate. La siccità stringe in una morsa tutta l’Europa. E l’Italia, con il Piemonte in testa, non fa purtroppo eccezione. Contro la crisi idrica, ecco le cinque proposte Uncem (l’Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani) per affrontare l’emergenza.

  • Efficientare: Occorre subito efficientare le reti idriche - che hanno perdite dal 20 al 60%. Non è ammissibile. Servono 5  miliardi di euro in 5 anni. Il Paese deve investire bene le prime risorse già stanziate nel Pnrr (e altre dei Por Fesr) e anche - con i gestori del ciclo idrico integrato e le Ato - mettere “in rete le reti” comunali che in moltissimi casi non sono in relazione anche per effetto di “campanilismi” da vincere. Efficientare le reti dei Comuni significa realizzare i depuratori dove non esistono, nei paesi e città che ne sono sprovvisti, con un nuovo piano di investimenti dello Stato.
  • Pianificare: Pianificare gli invasi vuol dire – secondo Uncem - investire nella relazione tra acqua e forza di gravità - tra chi produce e chi consuma il bene - dando dunque pieno ruolo ai territori montani. La costruzione di “nuovi invasi” deve rientrare nelle partite del rinnovo delle concessioni idroelettriche delle grandi derivazioni perché serve una pianificazione territoriale vasta, oltre singoli municipi. Nelle valli alpine la risorsa idrica è quasi ovunque ultrasfruttata: le condotte attraversano longitudinalmente le valli intere. Se si pianificano invasi, occorre ripensare dove va e come è usata l’acqua disponibile.
  • Incentivare: Si deve, secondo Uncem, ripartire dalle case e dagli edifici pubblici. Rendere efficiente l’uso della risorsa idrica negli immobili della Pubblica amministrazione - a partire dalle scuole - e dei privati cittadini significa rendere obbligatori - come nel caso dei pannelli fotovoltaici - meccanismi per il recupero e il riuso delle acque, ad esempio introducendo un credito d’imposta al 100% per acquisto e installazione di questi sistemi, tecnologicamente avanzati, controllati digitalmente, dotati anche di intelligenza artificiale. Bisogna creare dunque piccole “riserve domestiche”. Con poche decine di euro si compra una cisterna da 300 litri da piazzare all’uscita della grondaia e si raccoglie acqua sufficiente, per esempio, per irrigare il giardino. Ciò vale anche per i condomini.
  • ConcertareRendere migliore il ciclo idrico integrato è necessario. Lo Stato deve chiedere alle Regioni di convocare - anche con le Autorità d’Ambito - tavoli di interazione e concertazione del sistema degli Enti locali, con le Associazioni e i gestori di acquedotto, fognature, depurazione, con tutte le multiutilities. Il piano di investimenti annuale dei gestori dovrà essere finalizzato non solo alle grandi aree urbane, ma distribuito anche nelle aree interne e montane. Per questo, ogni regione deve inserire una percentuale di “ritorno” ai territori sulla tariffa che ciascuna famiglia e impresa paga al gestore. Tutto a vantaggio della protezione delle fonti idriche.
  • Realizzare: Sono urgenti anche nuovi invasi a uso plurimo della risorsa idrica (potabile, energetica, antincendio, irriguo)  per accelerare i tempi. I ritardi non sono più ammissibili. Sono necessarie forti regie regionali.

 

Da promuovere infine campagne di informazione sull’uso responsabile dell’acqua nelle abitazioni. I rubinetti spesso restano aperti quando non serve. Le docce non sono dotate di frangigetto per il risparmio idrico. Gli scarichi debbono essere a flusso differenziato. Lavatrici e lavastoviglie vanno usate con parsimonia. Infine le piante su terrazzi e balconi: meglio innaffiarle la sera.

Redazione

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