Editoriali - 20 giugno 2022, 15:15

I missili Javelin lanciati dagli ukraini hanno costretto i russi ad una guerra di posizione come nel 1914-1918

I fidati generali della sua cerchia avevano fatto credere a Putin che l’esercito ukraino non avrebbe retto all’urto dell’armata russa e che i carri armati sarebbero arrivati a Kiev nel giro di pochi giorni, con il conseguente rovesciamento del governo legittimo e l’instaurazione di un regime fantoccio come quello di Lukashenko. Ma le speranze degli invasori di una vittoriosa blitz- krieg come quella condotta dalla Whermacht in Francia nel 1940, sono state infrante dai missili lanciati dagli Javelin e dalle altre armi lancia missili portatili, manovrate con maestria dai coraggiosi combattenti ukraini contro i carri armati, i blindati e gli elicotteri russi, trasformandoli in bare di fuoco. Di conseguenza i generali russi sono stati costretti a combattere una guerra di posizione come quella del 1914-1918, con le artiglierie che battono a tappeto le postazioni difensive dei soldati ukraini, nascosti nelle trincee o fra le macerie degli edifici bombardati. Il regime di Putin non potrà sostenere a lungo questa guerra di logoramento, che sinora ha causato la morte di oltre 30.000 soldati russi. Le sconfitte degli americani in Vietnam e dei sovietici in Afghanistan hanno dimostrato che quando si ha di fronte un avversario disposto ad immolarsi per i suoi ideali e che nel contempo viene sostenuto con coinvinzione dalle potenze militari amiche, per l’aggressore non c’è speranza di vittoria. A meno che arrivi la pugnalata alle spalle della politicamente trasversale lobby filo-putiniana, la quale trama per indurre i governi occcidentali a non inviare agli ukraini le armi necessarie per la loro difesa, in modo da indurli così alla inevitabile resa, che sarà seguita dall’altrettanto inevitabile tragedia dei vinti che ha sempre accompagnato le conquiste dell’URSS

I missili Javelin lanciati dagli ukraini hanno costretto i russi ad una guerra di posizione come nel 1914-1918

Così, come accadde ai tedeschi nel 1914, i russi hanno dovuto abbandonare i sogni di una rapida conquista dell’Ukraina e e si sono dovuti impantanare nel Donbass in una guerra di posizione, con l’uso massiccio delle artiglierie a martellare le trincee ukraine, sperando così di annientare il nemico mediante la mera distruzione fisica dei suoi dispositivi di difesa, delle sue armi e dei suoi uomini. Però questa strategia di esaurimento consuma anche uomini e materiali russi, ma sopratutto logora il morale del soldato russo, costretto ad avanzate di pochi kilometri dopo giorni e giorni di feroci conbattimenti, per strappare all’Ukraina una terra che non è la loro, mentre i soldati ukraini si battono come leoni per difendere la loro Patria. Ed in guerra la psicologia vale più del 50%.

La mitragliatrice annienta le ondate dei fanti all’attacco

Quando nell’agosto 1914 le armate germaniche invasero il Belgio, Von Moltke, il capo di stato maggiore dell’esercito tedesco, era convinto che sarebbe finita come nella guerra franco-prussiana del 1870, dove nella battaglia di Sedan, durata due giorni, l’armata prussiana circondò e costrinse alla resa l’esercito francese. Il giorno successivo alla disfatta l’imperatore Napoleone III capitolò. Quindi anche questa volta i tedeschi avrebbero indotto alla resa gli anglo-francesi dopo alcuni scontri risolutivi in virtù della loro maggior potenza ed efficienza militare. Ma i generali tedeschi avevano sciaguratamente sottovalutato le potenziali della celerità di tiro della mitragliatrice, una nuova arma automatica mai apparsa sui grandi campi di battaglia europei, che sarebbe stata capace di bloccare gli attacchi di interi battaglioni di fanterie.

E’ una questione matematica: una singola mitragliatrice, manovrata da 5-6 inservienti, aveva una capacità di tiro da 200 a 500 colpi al minuto e facendo ruotare l’arma da una direzione all’altra era in grado di far cadere come birilli le ondate di fanti mandate alla conquista della trincea avversaria. L’unica speranza degli attaccanti era che la mitragliatrice s’inceppasse o che qualcuno arrivasse miracolosamente nella trincea avversaria.

La vittoriosa blitz krieg della Whermacht in Francia

L'ostacolo fatale della mitragliatrice fu poi risolto dall’esercito tedesco con il brillante e massiccio impiego dei carri armati durante l’invasione della Francia nel 1940. Essendo insensibili ai proiettili delle armi leggere, i plotoni di carri seguiti dai granatieri travolsero le prime linea avversarie e penetrarono profondamente nelle retrovie, obbligando gli anglo- francesi a precipitose ritirate. E questa volta i tedeschi a Parigi ci arrivarono davvero in pochi mesi.

La fallimentare blitz krieg dell’Armata Rossa in Ukraina

Anche i generali di Putin avevano preparato una blitz krieg del tipo di quella condotta dalla Wermacht in Francia: sfondamento della linea di difesa in un punto prossimo alle strade camionabili ed irruzione dei carri armati nelle retrovie a portare scompiglio e distruzione e ad interrompere i collegamenti con la linea del fronte.

I presupposti non mancavano: quando I russi invasero la Crimea nel 2014, l’esercito ukraino si era disfatto come neve al sole, e se anche si poteva immaginare che questa volta ci sarebbe stata una reazione, visto che si trattava di entrare nel cuore dell’Ukraina, ad ogni caso il suo piccolo e debole esercito sarebbe stato travolto dalla potente ed esperta armata russa.

Ma dal 2014 ad oggi l’esercito ukraino è stato addestrato da americani e britannici e dotato di sofisticati armamenti, fra cui dispositivi portatili capaci di lanciare missili contro carri armati, elicotteri aerei e altri mezzi blindati, che hanno permesso di contrastare con successo l’offensiva russa.

L’arma portatile lancia missili Javelin

Fra le armi lancia missili portatili, l’ anticarro Javelin si è dimostrato un killer implacabile. Difatti singoli sistemi Javelin sono stati in grado di distruggere interi gruppi d’assalto corazzati russi in movimento, costituito un battaglione da 500-800 combattenti trasportati da blindati e alcune decine di carri armati, da una posizione nascosta a diverse centinaia di metri dall’autostrada percorsa dall convoglio.

Il sistema FGM- 148 Javelin è composto da un tubo lanciatore riutilizzabile e da un missile Heat a combustibile solido, che è in grado di superare le difese e le corazze reattive dei moderni carri mediante lancio a parabola, in modo da far cadere il missile sulla parte alta del carro, dove la corazza è più sottile. E’sufficiente anche un solo inserviente per manovra l’arma. Una volta individuato il bersaglio, un sistema di correzione della traiettoria a raggi infrarossi indirizzerà il missile verso la fonte di calore emanante i raggi IR, costituita dallo stesso bersaglio.

La fallimentare guerra di posizione dei russi

Quindi, sono state soprattutto le sofisticate armi portatili lancia missili che gli anglo-americani hanno fornito all’Ukraina che hanno indotto Putin ad abbandonare l’idea di conquistare l’Ukraina con la strategia della blitz – krieg e a ripiegare ai metodi della guerra di posizione che si combattè nel 1914-18 durante la prima guerra mondiale.

L’obiettivo dei russi è quella di distruggere le postazioni e le installazioni difensive dei combattenti ukraini sotto una valanga di bombe. In tal modo se ne consuma la capacità bellica in termini di uomini e materiali, obbligando l’avversario ad abbandonare le posizioni e le città bombardate dall’artiglieria.

Questo modo di condurre una guerra, poteva avere un senso un secolo fa, quando ancora nelle città c’erano i tram a cavallo e i treni andavano a vapore, ma oggi, nel 2022 rivela l’ inefficienza e brutalità delle forze armate russe, la cui mentalità di comando e i metodi di addestramento dei soldati sono rimasti ancora quella dei tempi dell’URSS.

Questa strategia di logoramento consuma però anche gli uomini e i materiali dei russi. Ma sopratutto consuma il morale dei soldati russi. Una cosa è chiedere ad un militare di confrontarsi con l’avversario sul campo aperto di battaglia, col quale dopo lo scontro, ci sarà comunque un vincitore ed uno sconfitto, un’altra cosa è questo continuo stop and go di spaventosi bombardamenti che ammazzano civili inermi e distruggono edifici e fabbriche, e le lentissime avanzate di pochi km , con la esasperante caccia all’irriducibile combattente ukraino nascosto tra le macerie delle città. Durante la seconda guerra mondiale ci pensavano le guardie armate dell’NKVD (il KGB di allora) ad evitare sedizioni o la fuga verso le linee tedesche dei riottosi soldati russi, però oggi questo non è più possibile, perchè comunque dopo oltre 30 anni dalla caduta un pò di civiltà occidentate ha permeato l’ex impero sovietico.

Invece gli ukraini mostrano uno straordinario spirito di sacrificio, perchè combattono per difendere la loro Patria aggredita. E vedere lo scempio dei loro villaggi e dei loro territori compiuto da un esercito che usa i cannoni esclusivamente per fare terra bruciata di fronte a sè non fa che alimentarne il bellicismo e la sete di vendetta.

Se il popolo ukraino continuerà ad essere efficacemente armato dalle democrazie occidentali il regime di Putin non potrà a lungo reggere questo stato di cose, prima o poi dovrà cedere. Difatti i sovietici furono costretti ad abbandonare l’Afghanistan nel 1989 dopo 10 anni di sanguinosa occupazione. Anche in quella guerra, il ruolo dei dispositivi lanciamissili portatili, in particolare i missili antiaerei stinger, fu fondamentale. Forniti ovviamente dagli americani.

Giuseppe Chiaradia

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