lineaitaliapiemonte.it | 20 gennaio 2022, 11:50

Negozi, bar e ristoranti vuoti, migliaia di alberghi chiusi: è lockdown di fatto

Se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività di questi settori. A lanciare l’allarme Confesercenti che fa il punto sui saldi invernali: poca gente nei negozi, si stima un meno 15%

Negozi, bar e ristoranti vuoti, migliaia di alberghi chiusi: è lockdown di fatto

Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori. A lanciare l’allarme è Confesercenti.

La paura frena la spesa delle famiglie

Il riacutizzarsi della pandemia ha avuto un impatto generalizzato sulle modalità di consumo degli italiani. A farne le spese sono soprattutto pubblici esercizi, commercio e turismo: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% – un italiano su tre – ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata. Una quota identica – sempre il 32% – ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. Lo conferma anche l’andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita.

Smart working e pubblici esercizi

L’aumento dei contagi ha portato le imprese del settore privato ad aumentare nuovamente il numero di dipendenti in smart working: secondo un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti, il 48% dei dipendenti del settore privato è già in smartworking o prevede di tornarci a breve. Una quota pari a circa 5,5 milioni di lavoratori – di cui un milione (il 15%) per la prima volta. Uno “stay-at-home” di massa che avrà un forte impatto sui pubblici esercizi nei centri città e nei quartieri di uffici, da noi stimato in 850 milioni di euro al mese di minori consumi.

Turismo ed eventi

L’impatto negativo dello stop ai viaggi è avvertito da tutti i comparti del turismo e degli eventi, dalle agenzie di viaggio – ferme ormai da quasi due anni – ai trasporti turistici, passando per guide e accompagnatori. Nell’ultimo mese, però, è tornato in crisi anche il comparto ricettivo, in particolare nelle grandi città d’interesse storico-artistico: a Roma è rimasto chiuso, per assenza di turisti, un albergo su tre. E anche chi è aperto è di fatto vuoto, con un tasso di occupazione medio inferiore al 30% delle camere. A Bologna il tasso di occupazione medio è al 25%, la perdita di fatturato tra il 70 e l’80%, e si prevede un’ulteriore riduzione a causa delle continue cancellazioni di congressi e meeting. Una situazione di difficoltà condivisa anche dalle altre mete turistiche, cui si aggiunge l’aumento dei costi delle imprese, dovuti alla corsa delle tariffe energetiche: per gli alberghi, attività ovviamente energivore, i costi sono triplicati.

Clima di sfiducia generalizzato

“Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato: l’aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie”, commenta Confesercenti. “Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta ‘non escludere’ l’ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali COVID e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022.

Redazione

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