lineaitaliapiemonte.it | 30 settembre 2021, 16:22

Oltre 100 interinali lasciati a casa dalla Mopar (gruppo Stellantis). Ancora cassa alla Maserati di Grugliasco, alle Presse e alle ex Meccaniche di Mirafiori

La Mopar, gruppo Stellantis, non ha rinnovato il contratto a oltre 100 lavoratori interinali. Intanto Maserati e Presse annunciano altra cig

Oltre 100 interinali lasciati a casa dalla Mopar (gruppo Stellantis). Ancora cassa  alla Maserati di Grugliasco, alle Presse e alle ex Meccaniche di Mirafiori

La FIOM-CGIL di Torino rende noto che la Mopar di Rivalta, società del gruppo Stellantis che si occupa del magazzino ricambi, non ha rinnovato il contratto a oltre 100 lavoratori interinali che lavoravano nello stabilimento da circa un anno. Lazzi, Fiom: “Come volevasi dimostrare l’utilizzo della cassa integrazione negli stabilimenti Stellantis non cessa”

Inoltre, la Maserati di Grugliasco e le Presse di Mirafiori hanno comunicato per il mese di ottobre due settimane di cassa integrazione per tutti i loro addetti, mentre alle ex Meccaniche di Mirafiori le settimane richieste ad ottobre saranno addirittura tre. In tutto, i lavoratori collocati in cassa integrazione ammontano a 2.615.

Edi Lazzi segretario generale della FIOM-CGIL di Torino dichiara: «la situazione di incertezza sul futuro del settore auto e del tessuto produttivo nella nostra città continua imperterrita. Come volevasi dimostrare l’utilizzo della cassa integrazione negli stabilimenti Stellantis non cessa e per giunta oltre 100 interinali sono stati lasciati a casa. Per quanto ci riguarda sono dei veri e propri licenziamenti che abbassano ulteriormente l’occupazione cittadina. Stellantis non chiarisce ancora quale piano abbia per il futuro produttivo per il nostro territorio, il Governo nazionale non chiede un incontro a Tavares per un progetto finalizzato a portare nuove produzioni. A livello cittadino nel corso di questa campagna elettorale per l’elezione del Sindaco non si è quasi mai parlato del gruppo Stellantis e di Mirafiori quando invece dovevano essere il fulcro della campagna elettorale, della discussione su cosa fare per rilanciare fattivamente e non in modo velleitario l’economia cittadina. I torinesi stanno chiedendo alle classi dirigenti ad ogni livello di occuparsi del lavoro che manca, dei giovani che non trovano un impiego, di coloro che sono licenziati e non trovano un’altra occupazione».

Redazione