I licenziamenti intimati a suo tempo avrebbero avuto effetto dal 23 luglio 2021.
Dopo gli incontri in videoconferenza dei giorni scorsi con il Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo economico, Regione Piemonte e Curatela fallimentare, a cui ha fatto seguito un decreto legge dell’ultimo minuto, affermano i sindacati, siamo finalmente arrivati alla definizione della proroga degli ammortizzatori sociali per i prossimi mesi.
“Oggi la curatela ci ha informato che è stata autorizzata, finalmente, dal Giudice a presentare la richiesta di proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria per cessata attività per i lavoratori ex Embraco. Un risultato raggiunto con non poche difficoltà per via degli ostacoli di procedura burocratica. Difficoltà superate grazie anche alle organizzazioni sindacali e alla Regione Piemonte che hanno convinto le parti ad usare il buon senso per il bene dei lavoratori e della collettività.
Ma questa non è la fine della storia, casomai rappresenta un nuovo inizio: il Governo italiano è chiamato a dare finalmente una risposta concreta alle famiglie dei lavoratori ex Embraco.
Si entri subito nella definizione di uno o più progetti industriali per ridare la dignità del lavoro a tutte e tutti i lavoratori che stanno soffrendo da troppi anni.
Scriveremo nuovamente al Governo, ai Ministeri competenti, perché si passi una volta per tutte dalle parole ai fatti.
Le 391 famiglie torinesi sono allo stremo, nei prossimi giorni continueremo a manifestare pubblicamente per chiamare tutti i soggetti coinvolti, a partire dal Governo Draghi, ad assumersi le proprie responsabilità”.
Sulla questione è intervenuto l'assessore al lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino: “Il primo obiettivo è stato raggiunto è stato un percorso ad ostacoli, ma con responsabilità comune si è riusciti nell’intento di tutelare quanto più possibile i lavoratori. Il via libera di oggi consente alle 391 famiglie di tirare un momentaneo sospiro di sollievo. La cassa integrazione prolungata è soltanto temporanea, adesso bisogna che il Mise corra sul piano industriale”