lineaitaliapiemonte.it | 06 maggio 2021, 11:31

Villa Glicini, avviso di sfratto: la storia (purtroppo) si ripete e il Valentino è sempre più abbandonato. Di Guglielmo Del Pero*

Vale la pena sacrificare la sicurezza dei cittadini e la possibilità di utilizzare il Parco dalla mattina a notte fonda, lasciando che il senso di degrado e abbandono diventino il biglietto da visita di uno dei più bei luoghi d’Europa, abbandonare al loro destino gestori di attività commerciali che avevano fatto ingenti investimenti, posti di lavoro persi in una situazione economica già di per sé difficile, attività sportive gettate nella più totale incertezza del proprio futuro? A nostro modo di vedere sarebbe stato possibile intervenire diversamente. Invece si privano i torinesi di uno spazio storico per svolgere l’attività di scherma, costringendo tra l'altro molti bambini a trovare un’alternativa per l’estate ragazzi

Villa Glicini, avviso di sfratto: la storia (purtroppo) si ripete e il Valentino è sempre più abbandonato. Di Guglielmo Del Pero*

Avviso di sfratto a Villa Glicini e obbligo di liberare i locali entro il 31 luglio prossimo venturo, la storia si ripete al Valentino e, purtroppo, l’amministrazione comunale, ancora una volta dimostra tutta la sua miopia. La Rotonda, lo Chalet, il Fluido, il Life, il noleggio bici nel parco, sono solo alcune delle attività sparite negli ultimi anni dal Parco del Valentino. L’attuale amministrazione comunale con interventi maldestri, frutto più che altro dell’improvvisazione politica, ha ridotto il principale Parco di Torino, uno fra i più belli d’Europa a un’isola felice dell’illegalità, dove da anni non è più stati possibile passeggiare in sicurezza, fare jogging nelle ore notturne oppure passare qualche ora spensierata nelle calde sere estive.

Intendiamoci, nessuno contesta il rispetto della legalità, tantomeno il pugno duro nel far rispettare le regole condivise, alla base del vivere civile. Il punto della questione però non ruota attorno alla correttezza o meno dell’azione ma alla scelta della tipologia di azioni e, soprattutto, alle loro conseguenze. Non si può fare a meno di notare che l’illegalità derivante dagli abusi è stata sostituita da altra illegalità presente in tutto il Parco ben più diffusa e pericolosa, derivante dal venir meno di tutti quei presidi sociali che proprio i locali commerciali e le attività sportive, con i propri fruitori garantivano. La sottovalutazione delle conseguenze dell’abbandono dei luoghi, è la maggior critica rivolta a chi dovrebbe analizzare e valutare le implicazioni dei propri provvedimenti. Ne valeva la pena sacrificare la sicurezza dei cittadini e la possibilità di utilizzare il Parco dalla mattina a notte fonda, lasciare che il senso di degrado e abbandono diventassero il biglietto da visita di uno dei più bei luoghi d’Europa, abbandonare al loro destino gestori di attività commerciali che avevano fatto ingenti investimenti, posti di lavoro persi in una situazione economica già di per sé difficile, attività sportive gettate nella più totale incertezza del proprio futuro? A nostro modo di vedere no, sarebbe stato possibile intervenire diversamente, concertando con tutti gli attori interessati direttamente e indirettamente le possibili soluzioni, ascoltando chi da profondo conoscitore del Parco avrebbe potuto contribuire a una soluzione meno traumatica per tutta la città.

Nonostante questa esperienza non positiva, l’amministrazione comunale oggi continua a perseverare negli errori a discapito della città e dei suoi cittadini. Buttare fuori dai locali i gestori di Villa Glicini in totale assenza di un bando, di nuovi assegnatari ai quali passare le consegne, di un progetto ben definito e a poche settimane dall’inizio della stagione estiva, è semplicemente folle. Priva i torinesi di uno spazio storico per svolgere l’attività di scherma, costringe molti bambini a trovare un’alternativa per l’estate ragazzi e, cosa a nostro giudizio molto grave, priva nuovamente il Valentino di un importante presidio sociale di legalità. Con questa mossa si dimostra, ancora una volta, di aver capito nulla su come si governa, di non voler imparare dagli errori del passato e di far prevalere interessi di parte al bene della città.

*Guglielmo Del Pero, segretario PLI Torino

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