lineaitaliapiemonte.it | 27 gennaio 2021, 15:46

Chiara Appendino condannata ad 1 anno e sei mesi per i fatti di piazza San Carlo: “Dolore e amarezza”

“Provo dolore e amarezza perchè oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori. Forse sul ruolo e la responsabilità dei sindaci andrebbe aperta una discussione”. Il messaggio dopo la sentenza sulla pagina facebook del sindaco

Chiara Appendino condannata ad 1 anno e sei mesi per i fatti di piazza San Carlo: “Dolore e amarezza”

“Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me.

Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza. Perchè se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto - folle - di una banda di rapinatori”.

E' un passaggio del messaggio che Chiara Appendino ha affidato al suo profilo Facebook per comunicare ai cittadini la sentenza emessa dal Tribunale di Torino per i fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017 quando, in seguito al panico scatenato nella piazza mentre su un maxischermo si proiettava la finale di Champions League, 1600 persone rimasero ferite e due donne persero la vita in seguito alle ferite riportate. Colpevoli e condannati anche l'ex questore di Torino Angelo Sanna, l'ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il dirigente di Turismo Torino (l’agenzia che prese in carico la creazione dell’evento) Maurizio Montagnese ed Enrico Bertoletti, l'architetto che si occupò della progettazione della piazza.

Appendino, nel lungo messaggio su Facebook, ricostruisce gli avvenimenti: “Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi. Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello. Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto”. Il sindaco di Torino poi continua: “La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza. È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perchè è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca”.

E in conclusione non manca una nota polemica: “Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione.”.

Redazione