Il calo nel settore turismo ammonta al 70% rispetto al 2019, una perdita di 800 milioni solo per gli alberghi e le altre strutture ricettive. Ed è un grave colpo anche per negozi e pubblici esercizi, che quest’anno hanno visto sparire, insieme ai viaggiatori, anche 4 miliardi di euro di consumi che essi avrebbero generato. Il totale delle perdite sfiora dunque i 5 miliardi.
Questo calo riguarda, sia pure in misura diversa, tutti i comparti del turismo: si va dal 70% per alberghi, campeggi e rifugi alpini, al 60% per bar e ristoranti, all’80% per bus turistici e noleggi con conducente, al 90% per guide turistiche, agenzie di viaggio e animatori turistici.
Sono queste le drammatiche stime dell’ufficio studi di Confesercenti, che ha fatto un bilancio dell’anno appena trascorso.
“Quello del turismo - spiega Fulvio Griffa, presidente di Assoturismo-Confesercenti - è un sistema integrato nel quale la mancanza o la forte riduzione dei flussi si ripercuote su ciascun comparto: avere meno turisti significa meno clienti per bar e ristoranti, meno gruppi organizzati per le guide e gli animatori turistici, meno viaggi per bus e Ncc, meno prenotazioni per le agenzie di viaggio. Senza contare i mancati introiti per le attività di vendita: negozi di specialità locali e abbigliamento, tanto per limitarci a due esempi. Va poi considerata, oltre al movimento dei turisti in strutture ricettive ufficiali, anche la riduzione del flusso di vacanzieri nelle seconde case e degli ospiti presso amici/parenti o in altre strutture ‘non ufficiali’”.
“È una crisi senza precedenti per il settore - dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti -, con presenze turistiche ridotte al lumicino e prospettive ancora azzerate: difficile, infatti, che i flussi di viaggiatori - sia di piacere, sia di lavoro - riprendano prima della seconda metà del prossimo anno e gli annunci di nuove restrizioni non fanno ben sperare. Serve un piano per ripartire: i sostegni a fondo perduto devono proseguire, ma sono necessari investimenti consistenti mirati al rilancio delle imprese del turismo. Un comparto che è tra i più colpiti in assoluto dall’emergenza pandemica, ma che è vitale per la ripresa della nostra economia. Senza un robusto e immediato sostegno, in Piemonte rischiano la chiusura in tempi brevi 12.000 imprese per circa 35.000 addetti. Per le nostre imprese chiediamo l’abbattimento del costo del lavoro, contributi a fondo perduto sulla base del fatturato dell’anno precedente, credito d’imposta per gli affitti, moratoria per mutui e finanziamenti, utilizzo dei fondi europei per favorire la riconversione delle aziende con un meccanismo analogo a quello adottato per l’industria, esenzione totale dalla Tari e gratuità dei déhors per tutto il 2021”.
In Piemonte il comparto turistico è rappresentato da circa 46.000 imprese (circa il 10% del totale) che impiegano 153.000 addetti (11% del totale) e generano il 7,4% del Pil regionale (dati 2019).