Editoriali | 11 febbraio 2020, 17:58

Piccoli Comuni, più dignitosa (finalmente) l’indennità del Sindaco. Di Carlo Manacorda*

Sindaci dei piccoli Comuni che percepiscono una indennità pari al reddito di cittadinanza, a volte non più di 800 euro netti. Ora una legge dello Stato ha provveduto a rivalutare le cifre. I sindaci dei piccoli Comuni certo non si arricchiranno per questo ma almeno qualcuno in più, meritorio e preparato, sarà invogliato a candidarsi a questa carica

Piccoli Comuni, più dignitosa (finalmente) l’indennità del Sindaco. Di Carlo Manacorda*

Sorprende che il nostro Paese che tollera serenamente, ogni anno, un’evasione fiscale stimata tra i 150 e i 200 miliardi; che, da altro punto di vista, vuole dimostrare un’attenzione sempre maggiore per i bisogni sociali affinché nessuno “resti indietro”, abbia impiegato quasi vent’anni per riconoscere che l’indennità di funzione stabilita per il Sindaco di un piccolo Comune, sebbene considerato sempre di più il punto di riferimento di una comunità, era offensiva della dignità per la carica rivestita. A partire da quest’anno, finalmente il Governo ha proceduto ad una rivalutazione di questa indennità (DL 124/2019). Certamente, il nuovo importo non farà arricchire i primi cittadini dei piccoli Comuni, ma potrà forse invogliare qualche persona in più a candidarsi per questa carica, sovente non presa in considerazione anche a causa dell’irrisorio trattamento economico.

La mini-riforma dell’indennità fa anche cessare una distinzione tra i piccoli Comuni assolutamente priva di razionalità. Il decreto del Ministro dell’interno del 2000 che aveva determinato le indennità di funzione dei Sindaci aveva diviso i piccoli Comuni a seconda che avessero fino a 1000 abitanti oppure ne avessero tra 1001 e 3000. Di conseguenza, aveva fissato per il Sindaco di un Comune del primo gruppo un’indennità mensile di 1.291,14 euro lordi e per quello di un Comune del secondo gruppo di 1.446,08 euro mensili lordi.

Questa diversità di importi era (ed è stata fino ad ora) assolutamente priva di ragione se si considerano le uguali responsabilità che fanno capo ai Sindaci di entrambi i gruppi di Comuni. Ed anzi, sovente l’impegno e la responsabilità dei Sindaci dei Comuni piccolissimi sono maggiori tenendo conto dell’organizzazione dell’amministrazione comunale la cui forza lavoro spesso è ridotta a poco più dell’unità. E’ quindi il Sindaco che spesso deve farsi carico di tutte le incombenze non svolte da altri. In ogni caso, si può quasi dire che ricoprire la carica di Sindaco in un piccolo Comune anche fino a 3000 abitanti è più un impegno civile (lodevolissimo) che un lavoro.

Ricordando che il decreto del 2000 prevedeva una progressione delle indennità di Sindaco in funzione della popolazione fino a raggiungere i 7.798,50 euro mensili lordi per i Comuni con più di 500mila abitanti va detto che dal 2006, a causa delle permanenti situazioni disastrose della finanza pubblica, le indennità di funzione dei Sindaci sono state ridotte del 10%. In conclusione, un Sindaco di un Comune fino a 1000 abitanti percepisce, a tutt’oggi, mediamente 800 euro netti al mese. Poco di più quello di un Comune che arriva a 3000 abitanti.

La norma che modifica le indennità di cui stiamo parlando a partire dal 2020 stabilisce che le indennità di funzione per i Sindaci di Comuni con popolazione fino a 3000 abitanti siano incrementate fino all’85% di quella spettante ai Sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5000 abitanti. In soldoni, i Sindaci di Comuni fino a 3000 abitanti percepiranno uno stipendio che salirà a 1400/1500 euro netti al mese. L’aumento riguarderà circa 6 mila Comuni e sarà sensibilmente maggiore, com’è intuitivo, per i Sindaci con popolazione fino a 1000 abitanti. Il maggior stipendio potrà forse consentire al Sindaco anche di pagarsi una polizza di assicurazione per tutelarsi di fronte ai rischi di sempre possibili e crescenti inchieste e denunce per responsabilità di violazione di norme di ogni genere.

Il decreto del 2000 che fissava le indennità di funzione del Sindaco stabiliva che quella del Vicesindaco e degli Assessori fosse determinata in una percentuale di quella del Sindaco. Ora la norma che rivaluta dal 2020 quella del Sindaco non dice se anche quelle di questi suoi collaboratori aumentino automaticamente. Certamente, si chiarirà anche questo. Ciò che importa è che si sia messa in moto la macchina affinché anche i primi cittadini dei piccoli Comuni abbiano una paga che sia degna di questo nome e non un’elemosina anche minore del reddito di cittadinanza. Lo Stato ha promesso dei soldi per corrispondere questi aumenti. Si tratterà di vedere se e quando li darà.

*Carlo Manacorda, docente di Economia Pubblica ed esperto di bilanci dello Stato