Editoriali - 09 gennaio 2020, 09:11

Blocco diesel: misura ingiustificata e inutile. E dannosa per i cittadini. Di Giuseppe Chiaradia*

Perché nel passato, quando per decenni siamo stati ben sopra i 200 microgr/m3 nessuno si scandalizzava, nessuno bloccava le auto, i medici non lanciavano allarmi accorati alla popolazione? La faccenda polveri sottili è emersa come problema a partire dall’inizio del nuovo millennio. I maligni dicono perché si voleva obbligare i cittadini a cambiare l’auto. In ogni caso, la questione polveri sottili compare in inverno quando si accendono i riscaldamenti e non c’è vento e scompare nei periodi in cui sono spenti i riscaldamenti. In estate, pur in assenza di vento, non c’è mai problema di superamento di soglia di PM10. Quindi, già questa evidentissima constatazione dovrebbe sconsigliare chi governa ad adottare provvedimenti tanto inutili quanto dannosi nei confronti dei cittadini

Blocco diesel: misura ingiustificata e inutile. E dannosa per i cittadini. Di Giuseppe Chiaradia*

Il blocco della circolazione delle auto diesel fino ad Euro 5, praticamente quasi tutte, in Torino e cintura è ingiustificato e inutile. E’ ingiustificato perchè non siamo di fronte a un’ emergenza ambientale che possa comportare una limitazione della libertà di circolazione delle auto e quindi dei cittadini.

E’ comunque inutile perché i dati dimostrano che l’incidenza delle emissioni dalle auto diesel è solo una modesta frazione delle emissioni totali di polveri sottili nell’ambiente e quindi la loro esclusione dalla circolazione non risolve nulla, come tutti abbiamo avuto modo di constatare in questi ultimi anni.

E’ dannoso perchè ciò comporta per moltissimi cittadini dei pesanti disagi. Immaginiamo chi viene da fuori città ed ha un’auto diesel o i lavoratori che hanno bisogno del furgone per portare le proprie attrezzature. E di conseguenza è anche un danno economico ingente per le attività commerciali ed industriali.

Questo problema sorge in inverno quando si accendono i riscaldamenti e non c’è vento e scompare nei periodi in cui sono spenti i riscaldamenti. In estate, anche quando c’è l’alta pressione ed assenza di vento, non c’è mai problema di superamento di soglia di PM10. Quindi, già questa evidentissima constatazione dovrebbe sconsigliare a chi governa di adottare provvedimenti inutili ma che danneggiano i cittadini. La libertà di muoversi è un diritto inviolabile nelle nazioni libere. E questo diritto dovrebbe essere limitato solo quando ciò è realmente necessario.

E’ un provvedimento inutile e dannoso

Vi sono ormai diversi studi di enti universitari, che indicano che la produzione complessiva di polveri sottili PM10 e Pm2,5 causata dal traffico interno ed esterno alle grandi città è intorno al 20-25%. Ne consegue che una limitazione della circolazione di un parte delle autovetture avrebbe un effetto trascurabile sul totale del particolato, però ciò comporta per moltissimi cittadini dei pesanti disagi. Immaginiamo chi viene da fuori città ed ha un’auto diesel o i lavoratori che hanno bisogno del furgone per portare le proprie attrezzature. Ciò comporta un danno economico ingente per le attività commerciali

Si continuano a obbligare i cittadini con limitazioni sempre più ristrette sulle emissioni: Euro 0, poi 1, poi 2, poi 3, poi 4, ecc..Ma niente da fare, il risultato è sempre lo stesso. Oltre all’inganno (l’obbligo con sotterfugi a cambiare l’auto), anche la beffa: impedire ad usare l’auto, persino per andare al lavoro.

Ed in realtà la maggior parte delle polveri è provocata dall’abrasione degli pneumatici. Queste, in mancanza di vento, ristagnano nell’aria e vengono costantemente risollevate dal traffico. Nelle città le polveri da pneumatici possono essere anche 3 volte superiori rispetto a quelle derivanti da tubi di scarico.

Non c’è emergenza ambientale

Che non ci troviamo di fronte ad una emergenza lo dimostrano i dati storici emessi dalle stesse autorità ufficiali. In via Consolata si misuravano nel 1973 valori medi intorno a 250 microgrammi per metro cubo (microgr/m3) e sono poi progressivamente scesi negli anni. Fino al 2003 la concentrazione media era superiore a 100 e nel 2015 i valori erano leggermente superiori 50 micrgr/ m3 cubo, che sono valori dell’ordine di grandezza di quelli che si riscontrano normalmente nelle aree rurali. Quindi il trend è stato verso un deciso miglioramento della qualità dell’aria.

Il Dlgs.. 155 del 2010, recependo l’ennesima Direttiva UE, ha stabilito un limite massimo di 40 microgr/m3 di particolato PM10 e la possibilità di un massimo di 50 mgr/m3 per 35 giorni all’anno. Allora ci si chiede perché nel passato, quando per decenni siamo stati ben sopra i 200 microgr/m3 nessuno si scandalizzava, nessuno bloccava le auto, i medici non lanciavano allarmi accorati alla popolazione? Semplicemente perché fino all’inizio del nuovo millennio nessuno si preoccupava più di tanto di questa questione. La faccenda polveri sottili è emersa come problema preoccupante a partire dall’inizio del nuovo millennio. I maligni dicono perché si voleva obbligare i cittadini a cambiare l’auto, tirando fuori i soliti pretesti ambientali.

Come ha ricordato Enrico de Vita, in un’intervista del 2012 ad Automoto.it, in passato l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) aveva stabilito per il particolato un valore di attenzione intorno a 300 microgr/m3. La UE indicava valori più bassi e decrescenti nel tempo: prima 150, poi 75, adesso 40 microgr/m3.

Quindi oggi ci troviamo a valori lontanissimi dai 250 microgr/m3 di Via Consolata negli anni settanta. Fino alla fine degli anni sessanta c’erano ancora molte abitazioni con il riscaldamento a carbone, e i più anziani possono ricordare i fumi neri di fuliggine che uscivano dai camini e dai tubi di scappamento. Erano frequenti nelle cronache dei giornali racconti di famiglie intere sterminate dal monossido di carbonio che fuoriusciva insidioso dalle stufe di notte, ma non risulta che medici o autorità abbiamo lanciato allarmi dovuti a ricoveri per bronchiti od altre patologie provocate dalle polveri sottili. E non risulta nemmeno che qualche ente universitario o sanitario abbia fatto studi o ricerche cliniche per affrontare il tema di rischi provocati dalle polveri sottili nelle città. E questo per un motivo molto semplice: non c’era nessun problema sanitario legato alle polveri sottili, che allora erano a livelli di migliaia di microgr/m3. Figuriamoci adesso che sono arrivati a valori ultra infinitesimi.

*Giuseppe Chiaradia, ingegnere chimico

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