Editoriali | 22 marzo 2019, 09:15

Bilanci pubblici segreti: furto continuato di democrazia. Di Carlo Manacorda*

"La vera democrazia è spiegare ai cittadini che pagano le tasse dove vanno a finire i loro soldi". Duro attacco dell'economista Carlo Manacorda alla vigilia della Biennale della Democrazia: "I cittadini hanno un diritto assoluto di sapere come vengono amministrati i loro quattrini. Invece chi governa spesso è abilissimo con le fake news".

Bilanci pubblici segreti: furto continuato di democrazia. Di Carlo Manacorda*

Definendo i principi della democrazia, la Rivoluzione francese (1789) vi incluse anche quello della trasparenza dei bilanci pubblici. 

I bilanci delle amministrazioni pubbliche stanno in piedi coi soldi dei cittadini che pagano le tasse. E i cittadini hanno un diritto assoluto di sapere come chi governa amministra i loro quattrini. Quindi i bilanci pubblici non devono essere segreti.

Dopo la Rivoluzione francese, si sono emanate infinite leggi che dovrebbero garantire il diritto alla trasparenza dei bilanci pubblici.

Ebbene, il diritto dei cittadini di sapere come stanno le finanze pubbliche è tra i più calpestati dai governanti. Chi governa ritiene di non dover dare alcuna informazione ai cittadini di cosa fa dei loro soldi. Comportandosi in questa maniera commette un furto continuato di democrazia. Scendiamo nel concreto.

Il bilancio dello Stato è, certamente, un documento molto complicato per le sue regole e dimensioni. Quindi, non è facilmente leggibile da chi non è addetto ai lavori.

Approfittando di questa situazione, tutti i governanti sono abilissimi nel presentare quadri finanziari fasulli. In buona sostanza, diffondere fake news sui conti pubblici.

Guardiamo ai fatti di questi giorni. Si promette benessere a tutti, o in forma di reddito o di pensione. Si annunciano investimenti in ogni direzione per rilanciare la crescita del Paese, l’occupazione, la produzione industriale. Poi queste promesse e annunci cominciano a segnare il passo, e si dice che i ritardi sono dovuti a dissensi politici. Forse sono anche veri. Ma nessuno spiega chiaramente che questi ritardi dipendono, prevalentemente, dalla mancanza di soldi per mantenere le promesse e gli annunci.

E, ancor peggio, nessuno dice chiaramente ai cittadini che, se promesse e annunci vanno in porto affinché chi governa oggi faccia bella figura, i cittadini di domani pagheranno tutto con gli interessi: ulteriori aumenti di tasse e restrizioni di ogni genere. I buchi di bilancio di oggi diventeranno voragini nei prossimi anni. L’economia non è fatta di parole ma di numeri. Se i numeri sono negativi, non si migliorano con le chiacchiere.

Analogo discorso vale a livello locale. I cittadini di un comune, di una provincia o di una regione dovrebbero sapere, con chiarezza, perché non si riparano le buche nelle strade, non si migliorano i trasporti o i servizi pubblici. Conoscere cioè qual è lo stato effettivo della finanza dell’ente, verosimilmente così precario da non consentire neppure interventi minimi di miglioramento. In più, cadono dall’alto aumenti di tasse e balzelli senza che se ne dia una giustificazione comprensibile a tutti.

In passato, qualche governante pubblico degno di questo nome aveva la bontà di presentarsi in una conferenza-stampa per dire qualcosa dei suoi programmi e delle cose che voleva fare. In tale circostanza, dava anche informazioni dei costi delle cose chevoleva fare e se c’erano i quattrini (reali e non di fantasia come si usa fare oggi) per poterle fare.

Queste abitudini appartengono ormai al passato. Il “nuovismo”, la “modernità” le considerano forme arcaiche di democrazia, da dimenticare. Chi governa,comportandosi né più né meno dei monarchi assoluti del passato (ma allora i cittadini erano sudditi), sta chiuso nei palazzi, convinto di non avere alcun debito di chiarezza verso i cittadini. Soltanto lui ha diritto di sapere e di decidere perché l’elettore, scegliendolo, gli ha conferito questo potere. E la plebe non rompa troppo le scatole.

Dal 27 al 31 marzo 2019 si terrà a Torino la sesta edizione di “Biennale democrazia”. Autorevoli studiosi analizzeranno la democrazia in tutte le sue più nobili manifestazioni.Chissà se ci sarà qualcuno che parlerà di questa democrazia elementare: spiegare ai cittadini che pagano le tasse come sono amministrati i loro soldi e dove vanno a finire.

*Carlo Manacorda, docente di Economia Pubblica ed esperto di bilanci dello Stato

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