lineaitaliapiemonte.it | 17 novembre 2025, 14:24

Allarme contraffazione per il Made in Italy, le preoccupazione di Confartigianato Torino

«Il Rapporto Iperico conferma ciò che purtroppo vediamo sul campo: il falso cresce più rapidamente del mercato legale» commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino

Allarme contraffazione per il Made in Italy, le preoccupazione di Confartigianato Torino

Nel 2024 l’analisi regionale del Rapporto Iperico 2024 posiziona il Piemonte come quinta regione italiana con più alto numero di merce sequestrata, con 6,3 milioni di pezzi e + 553% rispetto al 2023.

TORINO - Un segnale d’allarme per il Made in Italy, che attraversa una fase delicata e si trova a dover rafforzare la credibilità, la trasparenza e la legalità lungo tutta la filiera produttiva. 

Il Rapporto Iperico 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy conferma il Lazio (33,7%) come la regione italiana con più alto numero di merce sequestrata, circa 12,1 milioni di euro con una diminuzione del -70% rispetto al 2023. Segue la Campania (23,3% sul totale 2024, 8,4 milioni di pezzi e +1.163% rispetto al 2023), la Toscana (17,6% sul 2024), Friuli (5,5% sul 2024).

Un fenomeno in crescita costante che testimonia quanto la rete del falso sia ormai radicata anche nelle regioni simbolo della manifattura di qualità. 

«Il Rapporto Iperico conferma ciò che purtroppo vediamo sul campo: il falso cresce più rapidamente del mercato legale», commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino. «Inoltre danneggia i piccoli brand indipendenti falsificando il mercato della vendita e della produzione provocando danni enormi per l’intero comparto che Confartigianato rappresenta.  Chi compra un prodotto falso, poi, tradisce l’intero sistema del Made in Italy, alimentando sfruttamento e concorrenza sleale». 

Per Confartigianato, la risposta alla contraffazione non può essere solo repressiva, ma deve passare anche attraverso strumenti di trasparenza e tracciabilità delle filiere produttive, in grado di rendere riconoscibile e tutelato il vero valore artigiano. 

«Confartigianato accoglie con favore l’introduzione della Certificazione unica di conformità delle filiere della moda prevista in un emendamento del Ddl annuale Pmi approvato dal Senato, come strumento per promuovere legalità, trasparenza e tracciabilità» conclude De Santis.

«È indispensabile, però,  che la certificazione non diventi un nuovo carico di burocrazia, ma un meccanismo capace di dare valore a chi lavora nel rispetto delle regole garantendo tracciabilità e riconoscimento agli artigiani  e alla piccole imprese che costituiscono il cuore pulsante della nostra manifattura. Solo garantendo tracciabilità completa, equa remunerazione e riconoscimento degli audit già in essere la certificazione potrà diventare un vero strumento di tutela contro il falso e di promozione del Made in Italy autentico e non solo. Le piccole medie imprese non sono anelli della filiera, sono pilatri della manifattura italiana, ecco perché la certificazione deve valorizzare l’intera filiera e non solo il marchio o il prodotto finale».